Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma del segretario regionale Claudio Delli Carri, contenente anche le osservazioni di Francesca Labate, dirigente sindacale alla Città della Salute.
Da molti mesi la posizione del sindacato Nursing Up Piemonte sull’allargamento delle strisce blu a pagamento nella zona ospedali di Torino (da piazza Carducci a piazza Bengasi) è molto chiara: siamo del tutto contrari a una tale imposizione.
Non si può, infatti, fare cassa per aiutare le asfittiche finanze comunali a spese delle oltre 60mila persone che ogni giorno frequentano l’ampio polo ospedaliero della Città della Salute, alle quali vanno aggiunte le quasi 15mila persone che rappresentano il totale del personale sanitario che opera in zona.
Ieri, durante una riunione alla quale ha partecipato l’assessore comunale ai Trasporti, Maria La Pietra, e presenti i rappresentanti e l’amministratore delegato di Gtt, ancora una volta le nostre proposte non sono state accolte, seppure l’assessore abbia promesso di valutarne una parte, o sono state del tutto ignorate, come ha fatto Gtt. Alla fine tutto è stato rimandato, ancora, a una nuova, futura riunione con il mobility manager.
Ribadiamo allora la nostra posizione: siamo stati contrari alla prima proposta della Giunta Fassino di nuove strisce blu e siamo contrari all’identica proposta di allargamento fatta dalla Giunta Appendino. Per noi le strisce blu non sono uno strumento idoneo a risolvere i problemi che qualcuno vuole far passare come ambientali, legati all’inquinamento. Si tratta solo di un colpo basso ai portafogli, una gabella in più da pagare per chi lavora o deve andare in ospedale, necessaria per ripianare i bilanci.
Noi non siamo cittadini a passeggio che vanno a fare shopping e pagano il posteggio. Siamo lavoratori con turni di reperibilità, persone che operano ogni giorno in condizioni difficili, che fanno dell’urgenza una condizione di lavoro permanente. Per noi le strisce blu vicino agli ospedali sono un fatto assurdo. Un vero piano di revisione dei parcheggi va rinviato al termine dei lavori per il completamento della metropolitana e a quelli per la costruzione del nuovo Parco della salute, per evitare di sommare caos a caos.
Ecco ciò che abbiamo proposto in alternativa alle strisce blu:
Esaminare la possibilità di sfruttare il grande parcheggio del Lingotto, con un abbonamento specifico a prezzi bassi e concordati con i dipendenti, che sia collegato ai quattro presidi della Città della Salute con una navetta gratuita. Non è infatti pensabile che le migliaia di dipendenti di questo grande polo medico possano, tutti insieme e tutti i giorni, arrivare al lavoro con i mezzi pubblici, che sono notoriamente inaffidabili per gli orari dei servizi, soprattutto per chi arriva da fuori Torino, e inadeguati in quanto a qualità del servizio.
A ciò si aggiunge l’idea di attivare una convenzione con gli altri 5 parcheggi regolamentati che gravitano attorno alla Città della Salute, sempre a prezzi concordati e bassi (che non superino i 20 euro mensili).
Solo se queste due soluzioni non dovessero soddisfare le necessità di posteggio, si potrà parlare di altre modalità, come a esempio i voucher speciali, destinati ai dipendenti, da pagare 10 centesimi l’ora e senza scadenza.
Attacca Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up: “Un salasso in termini di costi del posteggio, che può superare gli 80 euro mensili, è inaccettabile per noi che lavoriamo e per chi deve frequentare gli ospedali. Non è facendo cassa sulle nostre spalle, con una decisione che azzererebbe il già misero aumento dello stipendio previsto dal contratto, che si fa il bene della città. Noi rimaniamo contrari alle strisce blu nella zona ospedali. Spiace che l’assessore, ieri, abbia perso una occasione per risolvere la questione”.
Aggiunge Francesca Labate, dirigente Nursing Up della Città della Salute: “Va anche sottolineato l’aspetto sicurezza delle tante donne turniste, che rischiano di essere aggredite in un quartiere degradato come quello attorno alla zona ospedali. È già capitato che, andando al parcometro o parcheggiando in zone meno frequentate, vi siano state delle aggressioni. Ciò è inaccettabile. Come è inaccettabile che chi, come noi, ha l’obbligo per legge di rispondere alla reperibilità entro 30 minuti dalla chiamata, perché ne va della vita dei pazienti, debba perdere tempo con voucher e tempistiche di sosta”.
Conclude Delli Carri: “Una soluzione deve essere individuata, ma questa non può essere l’estensione della sosta a pagamento, senza alterative. Auspichiamo che la maggioranza in Comune capisca che questa è una necessità e che l’assessore dia segnali più incoraggianti di quelli di ieri sera”.
Redazione Nurse Times
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