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Napoli, tre aggressioni al personale del 118 in un giorno

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Napoli, tre aggressioni al personale del 118 in un giorno
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Le ha segnalate, attraverso altrettanti post su Facebook, l’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate.

Tre aggressioni subite dal personale sanitario del 118 nel giro di poche ore. Tutte a Napoli e tutte nella giornata di ieri. A segnalarle su Facebook è l’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, che evidenzia come il conto degli episodi violenti di questa fattispecie sul territorio partenopeo sia salito a trenta nel corso del 2019. Di seguito i rispettivi post.

Vittima: postazione 118 Chiatamone
“Voglio salire in ambulanza con il mio parente”
Aggressione n. 28 del 2019
Sono le ore 8 di questa mattina quando la postazione 118 del Loreto Mare viene allertata per persona con crisi allergica a Ponticelli/Barra. L’ambulanza parte immediatamente alla volta della periferia partenopea. Una volta sul posto e caricato il paziente sulla barella, il medico comincia a effettuare la terapia nel vano sanitario del mezzo di soccorso. Improvvisamente sale a bordo un parente, pretendendo di restare accanto al malato. Al rifiuto del medico parte l’aggressione con pugni e insulti, e il collega si deve rifugiare nel vano guida per evitare ulteriori percosse.
Ricordiamo a tutti che, per motivi di sicurezza e assicurativi, il personale sanitario non può trasportare terzi. Una volta giunti in ospedale, il medico 118 si fa refertare per trauma contusivo alla spalla e tachicardia. Dieci giorni per lui. Dieci giorni con un medico in meno sulle ambulanze! I carabinieri, allertati dal personale 118, provvedono a identificare e a denunciare gli aggressori. Intanto il presidente delle guardie giurate, Giuseppe Alviti, avanza la proposta di scortare ogni singola ambulanza con una pattuglia di vigilantes.

“La Cicogna” aggredita! Gravi minacce di morte
Aggressione n. 29 del 2019
La postazione 118 Ascalesi, da noi soprannominata “la Cicogna “ (a seguito dei due parti avvenuti a bordo), è stata attivata alle 17:30 per codice rosso, perdita di coscienza, nei pressi di piazza Carlo III (via Melloni). In circa 8 minuti il mezzo di soccorso era sul posto e subito i sanitari hanno iniziato le procedure di rianimazione cardiopolmonare. A quanto pare la persona colta da malore è un 49enne trovato in arresto cardiocircolatorio nel letto. I parenti, accusando i sanitari di un ritardo (inesistente), hanno iniziato a inveire e ad aggredire verbalmente il personale.
Aggiornamento delle 18:43. Pare che, durante le manovre di BLSD, durate 40 minuti, il personale abbia subito spintoni e minacce di morte. Riecheggiava nell’appartamento la tipica frase: “Se mio padre muore, fate la sua stessa fine”. Addirittura pare che sia stato detto: “Vi sparo in testa”. Poco prima che il medico dichiarasse la morte del paziente, è giunta sul posto la polizia (allertata dalla Centrale operativa), che è riuscita a malapena a scortare l’equipaggio in ambulanza, impedendone il linciaggio. L’associazione, basita per queste minacce, commenta l’episodio con l’amaro in bocca e crede fermamente che tra qualche mese, se continua così, nessuno vorrà fare più il 118! Solidarietà all’equipaggio Bourelly e al medico della Asl Na1.

Terza aggressione di ieri: giornata da record 
Vittima: postazione 118 Chiatamone
Aggressione n. 30 del 2019
Dal racconto dell’equipaggio: “Ieri pomeriggio, intorno alle 14:30, ci allertano per una lipotimia in una nota pizzeria di piazza Trieste e Trento. Arrivati sul posto, la persona viene prontamente soccorsa, effettuando le prime cure sul posto, ossia nella pizzeria stessa, in un punto dove non c’erano né tavoli né clienti. A un certo momento si avvicina la proprietaria del locale e ci aggredisce verbalmente, dicendoci di andare altrove perché lei ha le persone nel ristorante, che stiamo dando fastidio e che, tra l’altro, la signora non è neppure una cliente che sta mangiando da loro.
Vedendo che continuavamo a dedicarci alla signora, senza farci sfiorare minimamente dalle sue misere richieste, inizia ad attaccarci, dicendo che se proprio ci tenevamo così tanto ad aiutare la signora, saremmo dovuti arrivare prima, invece di tardare come sempre. Preciso che i nostri tempi di arrivo sono stati 4 minuti dalla chiamata. E ovviamente è riuscita a mettere il dito in una delle tante ferite che purtroppo a oggi collezioniamo. Queste aggressioni sono ancora più dolorose perché ti accorgi che non per forza devono essere ‘vestiti da delinquenti’ per farti male”.

Redazione Nurse Times

 

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