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Questione precari, Mobilità Infermieri Puglia non resta a guardare: “Pronti allo stato di agitazione”

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Doppi turni, niente riposi e ferie rimandate: la sanità italiana è ormai al collasso
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Riceviamo e di seguito pubblichiamo la lettera che il gruppo ha inviato ai destinatari sotto indicati.

Rivolgiamo questa lettera al presidente Michele Emiliano, al direttore del Dipartimento Promozione Salute, Vito Montanaro, a Ircss pubblici del Servizio sanitario regionale vari, ai direttori generali delle Asl e aziende ospedaliero-univeristarie, a organizzazioni sindacali e Opi provinciali.

Da ormai qualche settimana, sulle varie testate giornalistiche, circola la richiesta da parte degli infermieri precari pugliesi e da parte di qualche sindacalista di modificare i termini della Legge Madia e addirittura di modificare le percentuali previste per la mobilità del concorsone. Tutto questo è assolutamente inaccettabile, e il gruppo di infermieri fuorisede già vincitori di concorso pubblico, interessati alla mobilità, non starà certo a guardare. Proclama quindi un importante stato di agitazione qualora si dovesse procedere ancora con stabilizzazioni così tanto bramate.

Centinaia di infermieri sperano di tornare nella loro terra natia. Sono figli, genitori che con estrema difficoltà e sacrificio lavorano nelle varie Asl, soprattutto del Nord Italia. Sarebbe ingiusto negare loro possibilità di rientrare nella loro amata Puglia. Vorremmo ricordare quanto detto dal presidente Emiliano circa un anno fa: “Al fine di garantire l’erogazione dei livelli minimi di assistenza sanitaria e di non generare nuovo precariato si ritiene opportuno l’espletamento di una nuova procedura concorsuale accentrata a livello regionale”. E in riferimento alla predetta procedura: “Facendosi carico di analoga procedura centrata di mobilità”.

In accordo con il presidente Emiliano, riteniamo indispensabile procedere con nuove forme di reclutamento ed eliminare definitivamente il precariato. Ci sono decreti legislativi che devono essere rispettati e non si può pretendere che la Regione Puglia agisca a prescindere da questi. La Legge Madia prevede termini e criteri ben chiari sull’argomento stabilizzazione. Inoltre il lavoro a tempo flessibile deve essere adottato esclusivamente nella posizione di sostituzione, e non deve essere la prassi a cui ricorrere per salvar le sorti delle unità operative dei vari presidi.

La legge Madia afferma inoltre: “Nell’ambito del piano triennale le amministrazioni sono tenute a procedere all’ottimale distribuzione delle risorse umane attraverso la coordinata attuazione dei processi di mobilità e di reclutamento del personale (nuovo comma 2 dell’art. 6). Il piano triennale, a tale scopo, deve indicare le risorse finanziarie destinate alla sua stessa attuazione, nei limiti delle risorse quantificate sulla base della spesa per il personale in servizio e di quelle connesse alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente”.

Chiediamo quindi di procedere al più presto con il concorsone già da tempo annunciato, mantenendo le percentuali dichiarate durante l’ultimo incontro avvenuto con le organizzazioni sindacali e l’Asl Bari. Proponiamo di utilizzare le graduatorie sia del concorso che della mobilità fino ad esaurimento. Questo per permettere a una più vasta platea di infermieri di partecipare, e per garantire un’adeguata assistenza anche negli anni a venire, senza dover ricorrere ancora a contratti a tempo determinato e a eterni rinnovi.

È nostra premura ricordare a tutti che l’accesso al pubblico impiego avviene solo ed esclusivamente tramite concorso, come stabilito dall’art. 97 della Costituzione e dal Decreto legislativo 165/2001, dove è previsto che “l’assunzione nelle amministrazioni pubbliche avviene con contratto individuale di lavoro tramite procedure selettive volte all’accertamento della professionalità richiesta”. Pronti a dichiarare uno stato d’agitazione e a farci sentire in ogni sede competente e responsabile, nel rispetto di tutte quelle leggi che regolamentano le assunzioni in sanità, chiediamo agli organi sopra citati di garantirci rispetto professionale e legislativo.

Redazione Nurse Times

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