Riportiamo di seguito quanto scritto su Facebook da Ilaria Liparoti, collega di un noto ospedale di Milano, che con spirito di abnegazione e sacrificio, insieme a migliaia di colleghi, sta affrontando questa grande battaglia per il bene di tutti.
“Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere e peggior sordo di chi non vuol sentire. Sono un’infermiera, e quello raccontato nel video (allude a un servizio della trasmissione Piazza Pulita, ndr) sta accadendo in quasi tutte le nostre rianimazioni, i nostri blocchi operatori e reparti adibiti a tali, perché non abbiamo più posti a sufficienza.
Per chi continua a dire pubblicamente di abbracciarsi e baciarsi, uscire e vivere una vita normale, dico di pensare ai propri genitori 50, 60, 70, 80enni, ai nonni, agli amici in chemioterapia, ai fumatori 20, 30, 40enni, agli obesi, a chi ha avuto pregresse polmoniti, ai diabetici, alle gravide, a chi desidera da tempo una gravidanza, agli asmatici, agli allergici, ai trapiantati, a quelli che aspettano da una vita un organo, ai pazienti tumorali che aspettano di essere operati o di ricevere una diagnosi precoce, agli infartuati, ai giovani e sani, che pure una “banale” polmonite lascerà esiti, agli infermieri, ai medici, agli anestesisti, che non vedono figli e genitori e amici da settimane, che tornano a casa e sperano che i propri compagni non si infettino, stremati oltre che fisicamente, psicologicamente.
Bene, visto che avete il coraggio di condividere, di abbracciarvi, abbiatelo anche per dire a tutte queste persone che non meritano le cure, che meritano di morire perché 80enni a favore dei 50enni, che il cuore e il fegato non possono riceverli perché il posto in rianimazione è occupato, che morirai di tumore alla prostata perché non puoi fare la risonanza, che prima saresti sopravvissuto al linfoma, oggi no. Bene, condividetelo. Sono davvero demoralizzata”.
Redazione Nurse Times
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