Stiamo imprimendo una svolta alla storia della professione. La piazza ha detto che, oltre l’istanza dell’uscita dal comparto, urge una rivoluzione culturale, un ammodernamento organizzativo e contrattuale. Le manifestazioni del Movimento Nazionale Infermieri ha avuto il grande merito di coagulare e rilanciare l’allarme degli infermieri di “prima linea” sfruttati, sottopagati, demansionati e precarizzati, sulla non sicurezza dell’assistenza che eroghiamo.
Congendandoci dalla piazza, con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di grande, ci siamo salutati con una promessa: questo è solo l’inizio, il meglio deve ancora venire. Per non disperdere le energie propulsive provenienti dalle 30 piazze d’Italia si deve pensare a incanalarle in un progetto inedito di rinascimento della professione.
Non è un caso se nel linguaggio attuale sono tornati di moda gli “stati generali” (dell’economia, della medicina…), per indicare il bisogno radicale di ridiscutere a fondo una disciplina, un modello scientifico. A noi spetta ridiscutere la nostra formazione, la nostra cultura professionale, il nostro lavoro, il nostro contratto, e non possiamo prescindere dalla convocazione degli Stati generali dell’infermieristica: Ordini, formazione, sindacati, dirigenti e portavoce di queste piazze insieme attorno a un tavolo per convergere sul futuro ruolo dell’infermiere.
Da dove cominciare? Innanzitutto da un semplicissimo gioco di immaginazione. Come immaginiamo l’infermiere del futuro rispondente ai complessi bisogni di salute? Nella foto di questo articolo, lo striscione che capeggiava in piazza Duomo. In quello striscione compaiono due parole chiave: “Competenza” e “Responsabilità”. A queste parole possiamo aggiungerne un’altra, altrettanto importante: “Autonomia”. Ecco che, anagrammando le sillabe iniziali di COmpetenza, AUTOnomia e REsponsabilità, il risultato è l’acronimo CO-AUTO-RE.
Il migliore seguito che possiamo dare alle manifestazioni di piazza è il modello dell’infermiere CO-AUTO-RE: un professionista che con COmpetenze di base e avanzate, governa la COmplessità della cura con un alto grado di AUTOnomia nella gestione dei processi, accettando quote di REsponsabilità crescenti (che abbiamo già), con un’adeguata REtribuzione (che non abbiamo ancora).
Se l’infermiere CO-AUTO-RE non sarà un semplice tavolo di studi autoreferenziale, ma troverà un’applicazione concreta nelle organizzazioni del lavoro, la rivoluzione culturale sarà presto avviata!
Dott. Raffaele Varvara
Infermiere
Fondatore di Infermieri in Cambiamento
Dottorando presso IASSP – (Istituto di Alti Studi Strategici e Politici)
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