Marilee Shapiro Asher, artista di 107 anni, è sopravvissuta a un’altra pandemia.
Si chiama Marilee Shapiro Asher, è un’artista di 107 anni di Washington DC e, dopo solo qualche giorno di ricovero in ospedale, è riuscita a sconfiggere il coronavirus. Ma oltre all’età della donna, sorprende il fatto che fosse già sopravvissuta all’influenza spagnola nel 1918.
Asher aveva solo sei anni quando si ammalò di influenza spagnola, la pandemia che si stima abbia ucciso circa 50 milioni di persone in tutto il mondo. Di quel periodo ricorda che, nonostante fosse malata, quando vedeva suo padre, che lei adorava, sapeva che “sarebbe andato tutto bene”, come ha raccontato la figlia Joan Shapiro in un’intervista al Jerusalem Post.
Quasi un secolo dopo, Asher si è trovata a dover combattere contro un’altra pandemia, il coronavirus, particolarmente pericoloso per le persone anziane. A marzo ha accusato i primi sintomi: senso di stanchezza e affaticamento. A metà aprile, quando l’emergenza Covid è esplosa negli Stati Uniti, ha iniziato ad avere serie difficoltà sia nella vista che nella respirazione. “Sono abbastanza sicura che pensava di non farcela”, ha commentato la figlia. Anche il dottore non pensava che la donna sarebbe sopravvissuta per più di 12 ore, quando è stata ricoverata in ospedale.
Contro ogni previsione, ionvce, Asher ha finito per trascorrere solo cinque giorni in nosocomio e non ha mai avuto bisogno di un respiratore. Dopo una cura a base di antibiotici, è potuta tornare alla Chevy Chase House, una struttura per anziani di Washington DC. Da quando è stata dimessa ha avuto “giorni buoni e giorni meno buoni”, ha ammesso la figlia, aggiungendo: “È straordinario. Questo è tutto ciò che posso dire. È semplicemente incredibile. Penso che forse sia dovuto alla sua arte”.
Asher avrebbe infatti dovuto aprire una mostra a fine maggio alla Studio Gallery di Washington, ma l’evento è stato cancellato a causa del coronavirus. Nata nel 1912 da una famiglia benestante di Chicago, la donna iniziò a studiare scultura nel 1936 e, dopo essersi trasferita a Washington con il suo primo marito nel 1943, si avvicinò alla pittura. La sua prima mostra fu alla American University nel 1947. Da allora ha avuto due figli, è rimasta vedova e si è risposata, portando sempre avanti la sua passione per l’arte. Oggi le sue opere sono parte delle collezioni permanenti dello Smithsonian e del Baltimore Museum of Art. Nel 2015 ha pubblicato la sua biografia, intitolata Dancing in the Wonder for 102 Years.
Redazione Nurse Times
Fonte: La Stampa
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