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Niguarda, gravi criticità al padiglione Rossini (Rianimazione Covid)

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Niguarda, Fials proclama lo stato di agitazione e attacca Cgil-Cisl-Uil: “Ennesimo schiaffo al personale sanitario”
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La segreteria Fials dell’ospedale milanese ha girato alla direzione la denuncia dei lavoratori.

La segreteria Fials dell’Asst Niguarda ha inoltrato alla direzione dell’ospedale milanese una nota ricevuta dai lavoratori del padiglione Rossini (Rianimazione Covid), evidenziando “le gravi condizioni che mettono in serio pericolo la salute dei pazienti e dei professionisti sanitari” e chiedendo “un intervento con urgenza al fine di evitare che, oltre ai danni provocati dalla pandemia, questi professionisti possano essere soggetti a ulteriori danni (infortunio) da parte del proprio datore di lavoro”.

Il sindacato aggiunge di attendere “un immediato intervento sui fattori che incidono sulla salute e sicurezza sul lavoro, nonché sugli aspetti organizzativi (assunzione di personale infermieristico e oss da destinare al Rossini), che sicuramente possono alleggerire il carico disumano di lavoro che stanno sopportando in questo momento storico più che mai”. Di seguito la lettera scritta dai lavoratori del padiglione Rossini.

Poniamo nuovamente alla Vostra attenzione la situazione lavorativa della Rianimazione Covid Rossini. Negli ultimi giorni abbiamo riscontrato nuove criticità e ci siamo trovati a risolvere problemi improvvisi ed imprevisti che potevano mettere a serio rischio la salute di tutto il personale del reparto e dei pazienti qui ricoverati.

Innanzitutto, nel pomeriggio di domenica 18 ottobre due pannelli del controsoffitto del corridoio si sono improvvisamente staccati cadendo a terra. Fortunatamente in quel momento nessuno di noi transitava da quella zona del corridoio, ma poteva certo essere un serio pericolo per ognuno, senza contare cosa sarebbe successo se si fossero staccati e caduti sopra un paziente. Vi alleghiamo foto dell’accaduto.

Questo episodio fa sorgere spontanea a tutti noi la domanda se la struttura in cui siamo stati trasferiti sia adeguata o meno, e se sia in grado di farci lavorare in sicurezza, aspetto che deve essere messo al primo posto. Dunque le nostre preoccupazioni sul padiglione Rossini, che già avevamo evidenziato nella precedente lettera, non possono che aumentare. Chiediamo dunque, a tutela del personale impiegato e dei degenti presenti, un sopralluogo al fine di garantire e rispettare i requisiti strutturali previsti dalle norme vigenti.

A questo aggiungiamo anche il problema della posta pneumatica, praticamente sempre fuori uso o, quelle poche volte in cui funziona, mancano i bussolotti. Ciò costringe l’oss a lasciare fisicamente il reparto per portare gli esami nei vari laboratori, lasciando la degenza sprovvista di questa figura, ed essendo i nostri pazienti intensivi, potete ben immaginare quanti esami vengono inviati ad ogni turno.

In più siamo stati messi al corrente, non da canali ufficiali, che a partire dal 20 ottobre la nostra rianimazione ha aumentato i posti letto da 8 a 12, aumentando di conseguenza il carico assistenziale. Sino ad oggi il personale aggiuntivo alla nostra rianimazione è stato di 1 oss e 3 infermieri turnisti solo su due turni, mattino e pomeriggio, ed è notizia di questi giorni che verremo supportati al momento da 5 infermieri della cardiorianimazione e del blocco operatorio. Ovviamente tutto ciò non è assolutamente adeguato al carico di lavoro che ci viene imposto.

Tutti e tre i turni si trovano in estrema difficoltà, al mattino ci troviamo a lavorare in 7, al pomeriggio in 6 e la notte 5/6. Stiamo lavorando con dei ritmi non umani, ad esempio vi sembra possibile che in un turno notturno di 10 ore si possa uscire dalla zona “sporca” e si possano rimuovere i dpi solo per 15 minuti? Nel conteggio del personale necessario bisogna considerare infermieri nella zona “pulita” che possano dare il cambio agli infermieri nella zona “sporca”, così da non dover rimanere per più di 3/4 ore di seguito con gli stessi dpi, per la nostra sicurezza in primis.

Ci sentiamo stanchi ed abbandonati e siamo solo all’inizio di questa nuova emergenza. Non reggeremo questi ritmi ancora per molto. Ci chiediamo come mai durante la scorsa emergenza di aprile-maggio nell’ex-Corona5 il numero di personale in servizio era quasi il doppio di adesso con 10 posti letto intensivi e 6 sub intensivi. Anche di questo alleghiamo foto di prova.

È fondamentale ricordare anche l’ulteriore difficoltà di lavoro in spazi che non sono adeguati ad accogliere un paziente intensivo che necessita di più apparecchiature, spesso molto ingombranti, quali ad esempio cvvh, ossido nitrico o decap, costringendoci a fare mosse “acrobatiche” per evitare cavi o altri ostacoli e poter passare da un paziente all’altro. In merito all’ossido nitrico inoltre i ventilatori a disposizione non presentano lo scarico a muro, disperdendo nella stanza questa sostanza e obbligandoci quindi a respirarla.

Con questi nuovi numeri di pazienti, cioè 12 critici, riteniamo che il potenziamento del personale sia doveroso, ricordando anche di preservare la salute psico-fisica del personale che ha diritto di poter espletare i bisogni primari. Considerando anche il documento di Aniarti proposto durante la riunione del giorno 8 ottobre, si chiede un adeguamento del personale per garantire il rapporto infermiere: paziente, nonché l’utilizzo di dpi previsto per massimo 4 ore consecutive e la copertura di eventuali malattie a medio/lungo termine, tra l’altro già in atto.

Per tutte queste motivazioni, chiediamo un aumento del personale per tutti e tre i turni, cosicché non si lavori ai minimi assistenziali, viste le criticità della struttura e l’alta complessità dei malati. Sperando in una Vostra celere risposta restiamo a disposizione per eventuali chiarimenti.

Redazione Nurse Times

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