”Siamo due studentesse d’infermieristica giunte quasi al termine di questo nostro percorso universitario che sappiamo si distingue in particolar modo da tutti gli altri, e nel bene e nel male, solo chi lo vive sulla propria pelle potrà comprenderlo.
Da fuori sembra tutto così scontato quello che facciamo, ma non sanno che anche noi abbiamo un cuore, un cuore che assorbe e schiaccia purtroppo ogni singola emozione perché dobbiamo essere e siamo dei professionisti.
Oggi il nostro è un grido, è giunto il momento di essere riconosciuti, come tirocinanti, con delle responsabilità e soprattutto dei rischi.
Nessuno sa, ma noi della pandemia siamo tutt’oggi parte attiva, noi non siamo esclusi.
Anche per noi, non ci sono feste, non ci sono domeniche, perché allo stesso modo siamo in prima linea in questa guerra; soprattutto per noi, non ci sono tutele, non ci sono presidi adeguati, non c’è uno stipendio, un aiuto, un supporto.
Torniamo a casa dalle nostre famiglie, dai nostri genitori che non possiamo abbracciare, dai nostri amici che purtroppo non possiamo vedere, perché essere catapultati in modo inadeguato nella realtà in cui viviamo, rappresenta un rischio, per noi, ma in particolare per i soggetti più fragili che ci circondano.
In questi mesi come non mai, ci siamo rese conto che le persone ricoverate soffrono in particolare modo la solitudine, soprattutto quelle positive al Covid, malattia infettiva che stiamo combattendo a denti stretti e con molta carenza di dpi, di personale medico, infermieristico e tirocinanti perché purtroppo, pian piano anche noi ci stiamo contagiando.
NOI TIROCINANTI CI STIAMO CONTAGIANDO, noi che NON veniamo tutelati, stipendiati, stiamo combattendo con tutte le nostre forze questa malattia, con la speranza che un giorno anche noi verremo ripagati e ricordati in maniera adeguata.”
Chiara Formica e Elisa Sambo
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