Il Coordinamento regionale degli Ordini delle professioni infermieristiche ha rivolto un appello al governatore e all’assessore regionale al Welfare.
“Noi infermieri siamo sempre vicini ai cittadini con le nostre competenze per continuare questa lotta fino in fondo, ma per poterlo farlo è necessario un supporto concreto. Non siamo eroi, ma professionisti che con competenza e serietà continuano a mettere a disposizione degli altri il proprio servizio”. Il Coordinamento regionale degli Ordini delle professioni infermieristiche della Lombardia ha scritto, tra gli altri, al governatore Attilio Fontana e all’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, per chiedere “fatti concreti a supporto del nostro operato per metterci nelle condizioni adeguate” per garantire assistenza al cittadino.
“Illustrissimo Presidente Attilio Fontana – si legge nella lettera -, la ringraziamo per la stima che nutre nei nostri confronti e per il pensiero che ci ha riservato tramite comunicazione del 04/11/2020. Allo stato attuale dei fatti purtroppo non è pensabile che sia sufficiente. Sono davvero toccanti le parole usate da papa Francesco e riprese nella comunicazione, ma dal presidente di Regione Lombardia decisamente ci si aspetta che sia considerata la nostra competenza professionale oltre alla “tenerezza” che contraddistingue il nostro agire”.
Gli infermieri chiedono, tra le altre cose, di “predisporre sistemi di processazione dei tamponi rino-faringei che rispondano quantitativamente alle necessità di contenimento dei positivi e restituzione precoce degli esiti; il riconoscimento delle competenze specifiche della professione (ad esempio, constatiamo a malincuore che nella delibera N XI/3777, in merito all’utilizzo dei test antigenici, non è stata prevista la figura infermieristica come possibile soluzione alle numerose somministrazioni necessarie e successiva lettura del test antigenico rapido); definire percorsi continuativi di sorveglianza nelle strutture territoriali; messa a disposizione dei vaccini anti-influenzali per tutto il personale sanitario del settore pubblico e del settore privato, anche operanti in regime di libera professione”. E infine chiedono di “garantire a tutto il personale sanitario screening e sorveglianza sanitaria adeguata, per prevenire la diffusione del Sars-CoV-2 fra gli operatori in qualsiasi contesto di cura”.
Redazione Nurse Times
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