Sarebbero stati usati più volte almeno 150 kit per il test rapido antigenico. L’azienda Kimia Farma nella bufera.
In Indonesia cinque impiegati della casa farmaceutica a controllo statale Kimia Farma sono stati arrestati con l’accusa di aver lavato i tamponi nasali per il coronavirus e di averli poi riutilizzati per testare i passeggeri in partenza all’aeroporto di Medan. Secondo la polizia, circa 9mila persone potrebbero essere state sottoposte ai controlli con bastoncini “riciclati”.
Ora Kimia Farma rischia una causa legale da parte degli stessi viaggiatori. Secondo la ricostruzione del Jakarta Post, sono stati usati più volte almeno 150 kit per il test rapido antigenico, che deve dare risultato negativo per consentire al viaggiatore di imbarcarsi, come previsto dai provvedimenti governativi. Uno scandalo che, come sottolinea il quotidiano locale, insidia le prospettive di ripresa del turismo, uno dei pilastri dell’economia indonesiana.
Per la polizia questo raggiro sistematico è iniziato a dicembre nello scalo del capoluogo di Sumatra occidentale. La scorsa settimana, dopo numerose lamentele da parte di viaggiatori per falsi positivi, la polizia ha inviato un agente in borghese che si è sottoposto controllo, risultando positivo. Quindi i suoi colleghi hanno fatto irruzione nel laboratorio dei test, scoprendo che i kit erano riutilizzati.
I media locali riferiscono di denunce da parte di 23 testimoni. Le autorità sospettano che la frode, del valore stimato di circa 124mila dollari, sia servita anche a finanziare la costruzione di una casa di lusso per uno dei sospettati. Kimia Farma ha licenziato i dipendenti coinvolti, promettendo di irrigidire i controlli interni.
Redazione Nurse Times
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