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Vaccini anti-Covid, la svolta di Biden: “Stop ai brevetti”

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Vaccini anti-Covid, la svolta di Biden: "Stop ai brevetti"
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Il presidente Usa rivede la sua decisione di proteggere la proprietà intellettuale delle Big Pharma, che si dicono “deluse” da tale posizione. Concorda, invece, la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen. Si infiamma il dibattito.

Possibile svolta nel dibattito sui brevetti dei vaccini anti-Covid. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è infatti tornato sulla sua decisione di proteggere la proprietà intellettuale delle Big Pharma, annunciando che si schiererà sospensione. Un cambio di rotta a sorpresa, a quanto pare dovuto alle forti pressioni internazionali e interne per l’avvio di una produzione di massa dei vaccini. Pressioni a loro volta dovute alla preoccupazione per le situazioni epidemiologiche sempre più gravi di America Latina e India, dove sussistono le condizioni per il proliferare di nuove varianti.

Naturalmente non si è fatta attendere la reazione delle Big Pharma, le cui quotazioni sono crollate in borsa. Per la Federazione internazionale delle case farmaceutiche (IFMPA) la posizione di Biden è “deludente”, come si evince da una nota che recita: “Siamo totalmente in linea con l’obiettivo di una rapida ed equa distribuzione dei vaccini nel mondo. Tuttavia, come abbiamo ripetuto più volte, una sospensione è una risposta semplice ma sbagliata a un problema complesso”.

Un’opinione, quella dell’IFMPA, condivisa dalla maggior parte delle aziende produttrici di sieri anti-Covid, con la sola eccezione di Moderna, che si era già detta disposta a non imporre durante quest’anno di pandemia il proprio brevetto sui vaccini. Duro il commento di Stepehn Ubl , presidente di Pharmaceutical Research and Manufacturers of America (PhRMA): “Ciò minerà la nostra risposta globale alla pandemia e ne comprometterà la sicurezza, alimentando la proliferazione di vaccini contraffatti“.

Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, pur aprendo alla discussione, lascia filtrare il suo scetticismo: “La protezione della proprietà intellettuale è una fonte di innovazione e deve rimanere tale anche in futuro”. Il presidente francese Emmanuel Macron si dice invece “del tutto favorevole alla revoca”, come pure il ministro della Salute italiano Roberto Speranza, che commenta: “La svolta di Biden è un importante passo in avanti”. Più sfumata appare invece la posizione del premier Mario Draghi: “I vaccini sono un bene comune globale. È prioritario aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali”.

Modificare regole storiche della World Trade Organization (OMC) non sarà una passeggiata. Biden è il primo presidente di una grande potenza a compiere questo passo. Tedros Adhanom Ghebreyesus, presidente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), lo definisce “un atto monumentale”. Un atto che incassa l’approvazione anche di Ursula Von der Leyen. “L’Unione Europea è pronta a sostenere la sospensione dei brevetti vaccinali”, dichiara la presidente della Commissione Europea, confermando il successo della campagna vaccinale Ue citando l’Italia quando ammette gli errori commessi all’inizio: “Ricordo bene l’inizio della pandemia e l’appello dell’Italia all’Europa. Gli italiani chiesero la solidarietà e il coordinamento dell’Europa: avevano ragione, l’Europa doveva intervenire. E questo è quello che abbiamo fatto”.

Antonio Guterres, segretario dell’Onu, gongola “per il sostegno senza precedenti degli Usa”. E di “grande soddisfazione” parla Ngozi Okonjo-Iweala, direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Un’apertura arriva poi da David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, il quale fa sapere che l’Eurocamera “è pronta a discutere” qualsiasi proposta che aiuti ad accelerare il processo di vaccinazione a livello globale. Persino il leader russo Vladimir Putin, si dice pronto ad avallare l’idea. “Sorpresa e preoccupata” si dice invece Farmindustria, sottolineando come si tratti di “iniziative che di certo non risolvono il problema di avere subito più vaccini”.

Infine le squadre di attivisti per la salute pubblica lodano il grande passo di Biden, chiedendo un ulteriore investimento. Nei Paesi più poveri e in difficoltà si dovrà operare un “technology transfer”, ovvero un immediato trasferimento di personale preparato da parte dei produttori nelle nuove sedi. Ciò al fine di velocizzare l’evoluzione delle produzioni. Ma le Big Pharma saranno disposte a farlo?

Redazione Nurse Times

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