«La nostra proposta: presidi infermieristici per affrontare questa estate di parziale ritorno alla vita e ridurre il peso dell’affollamento degli ospedali alle prese con carenze di personale, ferie sacrosante degli operatori sanitari e lacune strutturali a cui ormai siamo tristemente abituati».
ROMA 21 LUG 2021 – Estati italiane, film drammatico già visto per la sanità nostrana: pronto soccorsi nuovamente in tilt, aumento di ricoveri fisiologico e carenza di infermieri ormai all’acme. Senza dimenticare che i contagi non ci hanno ancora abbandonato del tutto e la variante Delta è in agguato, con il rischio concreto, lo segnala l’Oms, in autunno, di una nuova recrudescenza.
Senza dimenticare i possibili nuovi focolai che, a causa della possibile scarsa attenzione, potrebbero, da qui a metà settembre, pesare ulteriormente come macigni sulla già fragile stabilità degli ospedali.
Mentre Governo e Regioni hanno il dovere di costruire, in sinergia, una campagna di prevenzione per sollecitare i cittadini a non abbassare la guardia di fronte al virus, dall’altra parte occorre di certo snellire i carichi ospedalieri, laddove i ricoveri e la presenza dei pazienti nei pronto soccorsi siano solo strettamente necessarie e legate a patologie serie, dal momento che il personale, tra lacune strutturali, ferie sacrosante e quegli 80mila infermieri che mancano all’appello in tutta Italia, è già fortemente provato.
Ci conforta l’iniziativa di qualche comune, come quello di Pisa, che con una brillante azione autonoma, ha installato un presidio di pronto soccorso lungo il litorale toscano, agendo di concreto con cooperative private di infermieri e altri volontari.
La presenza di professionisti della sanità, non solo nei fine settimana, da qui a settembre, nei punti nevralgici delle vacanze degli italiani, lo diciamo da tempo, e sono davvero tanti i nostri litorali super affollati con il rallentamento dei contagi, potrebbero portare notevole conforto rispetto al peso dei ricoveri ospedalieri e all’affollamento dei pronto soccorsi.
Ci chiediamo allora perchè solo pochi, pochissimi comuni italiani, abbiano pensato di inserire infermieri in veri e propri presidi di assistenza infermieristica, postazioni attrezzate dove professionisti infermieri garantiscono ai cittadini l’ampio alveo di attività e servizi che rientrano nel loro bagaglio di competenza. Una leggera ferita in spiaggia, la puntura di una medusa o di una tracina, un colpo di sole improvviso, una terapia intramuscolare, necessaria perchè prescritta dal medico a causa di un malore verificatosi mentre si è in vacanza. Insomma, la maggiore presenza degli infermieri vicino alle spiagge garantirebbe serenità ai bagnanti e ai turisti e meno sovraccarico nei pronto soccorsi, laddove le prime cure di un professionista possono rivelarsi risolutive.
Dove reperire infermieri disponibili, vista la cronica carenza di personale? Ma dallo sblocco, tanto atteso, del vincolo di esclusività degli infermieri dipendenti. Gli operatori sanitari impegnati negli ospedali, fuori dal loro orario contrattuale, possono essere di straordinario supporto alla comunità. In estate sui litorali nei presidi di primo soccorso, e poi a supporto delle realtà private in pesantissimo debito di ossigeno.
Rivolgiamo pubblicamente questa nostra proposta direttamente al Presidente delle Regioni, Fedriga.
Inserire presidi di assistenza infermieristica nelle città vacanziere, nei pressi delle spiagge, e non solo per attività di primo soccorso, perchè i professionisti infermieri possono fare tanto di più, sarebbe solo un piccolo ma straordinario esempio di quella indispensabile progettualità che le Regioni devono mettere in atto. Tutto questo allo scopo di migliorare le prestazioni sanitarie, che mai come in questa estate, di parziale ritorno alla vita, possono trarre vantaggio immenso da pronto soccorsi meno affollati, dove infermieri e medici dovrebbero prendersi cura ogni giorno, ogni minuto, dei casi più seri, come già fanno da sempre.
Il percorso da seguire è quindi più che mai quello della concreta valorizzazione della sanità territoriale!
Al Presidente Fedriga, e al nuovo Coordinatore della Commissione Salute delle Regioni, Raffaele Donini, chiediamo quindi di battersi al nostro fianco per quella libera professione degli infermieri che non può e non deve rimanere una chimera.
Si fa tanto parlare dell’infermiere di comunità e dell’infermiere di famiglia, ed è arrivato il momento, con la libera professione allargata alle attività infermieristiche, di mettere in atto, con i fatti e non con le chiacchiere, quella che è diventata ora una necessità: dall’assistenza domiciliare da rafforzare, alle scuole, alle spiagge in estate, alle case di riposo degli anziani. L’infermiere può offrire ovunque la sua professionalità, la sua enorme esperienza e la sua umanità al servizio dei cittadini».
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