In Italia mancano tra i 230 e i 350mila infermieri. Lo hanno calcolato gli autori del 17° Rapporto CREA Sanità (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) sulla carenza infermieristica prendendo come riferimento la media dei Paesi europei. Nel 2018 in Italia operano 5,5 infermieri per 1.000 abitanti contro i 7,8 del Regno Unito, i 10,8 della Francia ed i 13,2 della Germania. Solo la Spagna si attesta a un tasso simile al nostro, pari a 5,8 ogni 1.000 abitanti.
Per garantire un’assistenza di qualità nella fascia di età over 75, mancherebbero all’appello 350mila infermieri.
«Volendo provare a colmare il gap, lo Stato non solo dovrà preventivare una maggior spesa sul costo del personale ma dovrà anche sincerarsi che la capacità produttiva degli Atenei sia in linea con tale obiettivo», si legge nel rapporto.
Gli infermieri, che in circostanze normali svolgono un ruolo cruciale nel fornire assistenza negli ospedali e negli istituti di assistenza a lungo termine, si sono rivelati ancora più preziosi durante la pandemia. Si prevede che la domanda di infermieri continuerà ad aumentare negli anni a causa dell’invecchiamento della popolazione, mentre molti infermieri si avvicinano all’età della pensione.
«Sono ormai anni che denunciamo la carenza di infermieri che con la pandemia si sta trasformando in un vero e proprio allarme. Le nostre stime parlano di almeno 63mila unità di personale che mancano, ma quelle di istituzioni (come l’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari) e centri di ricerca universitari (come la Bocconi e il CREA Sanità, appunto), anche alla luce delle previsioni del PNRR, vanno dagli 80mila a oltre 2-300 mila infermieri in meno delle necessità attuali e future», ha commentato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi).
Redazione Nurse Times
Lascia un commento