La valutazione del dolore in ambito pediatrico è un elemento fondamentale al fine del trattamento dello stesso.
Il dolore consta di un’importante componente soggettiva e per questo la definizione dello stesso risulta una vera e propria sfida, in quanto l’incapacità di esprimere il dolore del paziente pediatrico, e quindi la soggettività di questo, non è correlata in alcun modo alla possibilità che il paziente non provi dolore.
La ricerca scientifica ha portato alla possibilità di quantificare il dolore misurandolo tramite strumenti validi, affidabili e raccomandati. La misurazione del dolore permette di descriverne l’intensità in termini di quantità, estensione e grado. Il dolore è misurabile attraverso una componente soggettiva o di autovalutazione, e una componente di eterovalutazione, ovvero fisiologica e comportamentale.
La valutazione soggettiva è il Gold Standard per la misurazione del dolore in quanto, come anzidetto, questa risulta essere la componente principale della valutazione del dolore stesso. Nel primo caso in analisi, quindi, per quanto concerne gli strumenti di autovalutazione del dolore, il bambino deve avere un’età adeguata all’autovalutazione e all’utilizzo di scale, non deve essere cognitivamente compromesso e non deve presentare uno stato emotivo ansioso.
Le scale maggiormente utilizzate nel paziente pediatrico in questo campo sono riportate in tabella
Tabella I. Scale di auto-valutazione del dolore nel paziente pediatrico. Adattata da Stinson, J. N., et al. (2006)
Per quanto concerne invece l’eterovalutazione, la valutazione fisiologica riguarda la valutazione delle modificazioni oggettivabili dalla misurazione dei parametri fisiologici, date dal dolore stesso; la valutazione comportamentale invece valuta la risposta comportamentale secondaria al dolore4 . L’eterovalutazione risulta fondamentale per quanto concerne i pazienti preverbali o non verbali che non possono auto-segnalare la loro percezione del dolore. Esistono, a questo proposito, scale comunemente usate e validate per valutare indirettamente il dolore, non quantificandone l’intensità ma la reattività e l’esperienza di disagio. Queste scale sono utili e affidabili soprattutto per il dolore procedurale, meno per la valutazione del dolore cronico.
Gli strumenti principali per l’eterovalutazione del dolore acuto e procedurale sono riportati in tabella 2.
Tabella 2. Scale di eterovalutazione del dolore nel paziente pediatrico. Adattata da Pansini, V., et al. (2021).
In generale, per la valutazione del dolore nel paziente pediatrico, le tre metodologie quantitative più efficaci, efficienti e applicabili per età, tra le metodologie auto ed etero valutative, nel bambino competente risultano essere:
- Scala FLACC per bambini d’età al di sotto dei 3 anni, o per bambini che per deficit motori o cognitivi non possono fornire una valutazione soggettiva del dolore.
- Scala con le facce di Wong-Baker per bambini d’età > 3 anni.
- Scala numerica per bambini d’età ≥ 8 anni.
È utile sottolineare che la valutazione del dolore in sé non causa dolore; la non valutazione, invece, porta a una sottostima dello stesso e a un mancato trattamento di sollievo. Risulta fondamentale valutare e rivalutare il dolore spesse volte per riscontrare la presenza e la modificazione dello stesso, nonché l’efficacia dei trattamenti.
Redazione NurseTimes
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