Dopo il rallentamento dovuto alla pandemia, i numeri degli interventi in robotica al San Donato sono destinati a superare nel 2023 quelli dell’anno scorso.
Sono oltre 190 gli interventi di chirurgia protesica effettuati nel 2022 dall’Uoc di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Donato di Arezzo. Di questi, la quasi totalità è di chirurgia robotica. Soprattutto protesi totale di anca, totale e parziale di ginocchio. Numeri che collocano l’ospedale di Arezzo al primo posto in Toscana per questo tipo di interventi, facendone un’eccellenza, secondo una indagine del Sant’Anna di Pisa.
Ma quali sono i vantaggi della chirurgia protesica robotica?
“La robotica – spiega il dottor Roberto Redi, direttore di Ortopedia e traumatologia degli ospedali di Arezzo, Sansepolcro, Bibbiena e Cortona – ci consente, attraverso l’effettuazione di una Tac tridimensionale, di fare una valutazione preoperatoria della taglia corretta e del migliore modo di posizionare la protesi. Questo si traduce in interventi meno invasivi per il paziente, con un ridotto sanguinamento, un decorso post operatorio più veloce e migliore grazie a una precoce riabilitazione. La robotica consente al paziente sottoposto ad intervento protesico di alzarsi la sera stessa o, al più, il giorno successivo”.
Prosegue Redi: “Questa tecnica permette di posizionare l’impianto protesico con una precisione millimetrica rispetto alla chirurgia tradizionale. Grazie alla chirurgia robotica inoltre la parte di osso che viene rimossa per impiantare la protesi è molto più limitata, risparmiando quindi buona parte dell’osso stesso. Ciò comporterà meno dolore per il paziente dopo l’intervento, tempi di degenza più brevi e un recupero veloce della mobilità dell’articolazione protesizzata, sia essa anca o ginocchio. Grazie alla precisione garantita dalla robotica nell’impianto della protesi il paziente potrà tornare a svolgere tutte le attività, anche sportive, effettuate prima che l’articolazione si ammalasse e non continuare ad avere maggiore riguardo, come invece accadeva con la chirurgia tradizionale”.
E ancora: “Da sottolineare anche che un corretto posizionamento della protesi ne comporta anche una maggiore durata. Si stima che una protesi impiantata in chirurgia robotica possa avere una durata maggiore in condizioni ottimali: la precisione di posizionamento ne rallenta sicuramente l’usura pur tenendo comunque presente che la durata dipende anche da fattori propri del paziente come ad esempio la qualità del suo osso, il suo peso, il tono e la massa muscolare”.
I numeri degli interventi in robotica al San Donato, dopo il rallentamento dovuto alla pandemia da Covid-19, sono destinati a superare nel 2023 quelli dell’anno scorso.
“Siamo a metà anno – conclude il direttore di Ortopedia – e il numero di quanto eseguito e di quanto programmato ci farà andare ben oltre i 190 interventi dell’anno scorso. Siamo orgogliosi di poter dire che il nostro Ospedale San Donato sta diventando per questa chirurgia un punto di riferimento per i nostri concittadini e anche per pazienti provenienti anche da altre regioni”.
Redazione Nurse Times
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