“Triage infermieristico”: in libreria la quarta edizione del manuale curato dal GFT

Proponiamo un’intervista da noi realizzata con Daniele Marchisio, presidente del Gruppo Formazione Triage.

Daniele Marchisio

È in libreria dal 18 giugno scorso il manuale Triage infermieristico (edizioni McGrow-Hill), realizzato dal Gruppo Formazione Triage (GFT). Per chi non la conoscesse, questa società scientifica è attiva sin dal 1996 sul territorio nazionale nella diffusione del modello globale di triage, soprattutto attraverso la promozione di percorsi formativi ad hoc, come spiega nel dettaglio il presidente Daniele Marchisio: «Quella dei corsi di base e di approfondimento in materia – ne organizziamo circa dieci all’anno – è senz’altro la nostra attività principale, ma non certo l’unica. In passato abbiamo preso parte a tre congressi internazionali che hanno visto l’intervento dei massimi esperti al mondo in tema di triage: il primo si è tenuto a Torino nel 2007, gli altri due a Riccione, rispettivamente nel 2009 e nel 2013. Inoltre, nel 2001, abbiamo fatto parte del gruppo di lavoro ministeriale per l’aggiornamento delle linee guida sul triage, inviate dal ministero della Salute alla Conferenza Stato-Regioni. Il nostro obiettivo è sempre lo stesso: individuare modelli innovativi di triage e di organizzazione dei pronto soccorso, alimentando il confronto tra gli operatori».

E poi c’è questo libro, giunto alla quarta edizione, che si presenta rinnovata e ampliata nei contenuti. «Alla stesura del testo – precisa Marchisio – hanno contribuito ben 62 autori, tra medici e infermieri che si occupano di triage nei pronto soccorso italiani. A questi si aggiungono numerosi esperti di settore. Tanto per citarne qualcuno: i giuristi Luca Benci e Dario Fucci per gli aspetti legali; gli psicologi Elisa Dessy e Roberto Anchisi per gli aspetti psicologico-relazionali; il risk manager Francesco Venneri per la gestione del rischio; l’antropologa Anna Cristina Vargas per la gestione dei pazienti fragili».

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Il manuale, composto da 450 pagine e 31 capitoli, si divide in due parti: la prima riguarda gli aspetti generali e la metodologia. Il presidente di GFT pone l’accento su alcuni argomenti in particolare: «Molto importante è il capitolo che definisce il modello teorico di triage da noi elaborato su basi scientifiche. Ma pure il capitolo sui codici di priorità, che introduce un sistema a cinque livelli di codifica (non più quattro), analogamente a quanto fatto da realtà internazionali come Usa, Canada e Australia. E poi ci tengo a sottolineare i nuovi argomenti, non trattati nelle precedenti edizioni del manuale: triage e gestione del rischio; triage ospedaliero in casi di maxi-emergenza; benessere in triage; paziente straniero; condizioni di fragilità; violenze; normative regionali e nuove linee guida nazionali»

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Le novità non mancano anche nella seconda parte, che si occupa degli aspetti clinici, prendendo in esame la quasi totalità delle condizioni sintomatologiche di chi si rivolge al pronto soccorso: «Questa parte – sottolinea Marchisio – propone una serie di domande e indagini per la corretta valutazione dei principali sintomi e fornisce le corrette indicazioni per la codifica del triage. Tra i nuovi capitoli vorrei ricordare quelli dedicati a cardiopalmo e disturbi del ritmo, alle alterazioni della temperatura, al paziente oncologico, ai problemi osteo-articolari, alle persone con sintomatologia psichiatrica, a ferite e amputazioni».

Infine uno sguardo all’introduzione, curata da Maria Adele Schirru (ex vicepresidente della Federazione nazionale collegi Ipasvi), e alla prefazione, scritta da Anna Maria Ferrari (direttore del dipartimento di Emergenza-urgenza di Reggio Emilia). «La dottoressa Schirru – conclude Marchisio – si è soffermata sull’importanza non solo della figura infermieristica, ma anche di una corretta integrazione tra professionisti e servizi. La dottoressa Ferrari ha invece rimarcato quanto una buona formazione sia indispensabile per gli infermieri che si dedicano al triage, indipendentemente dalle dimensioni e dall’organizzazione interna del pronto soccorso».

Non ci resta che augurarvi una buona lettura.

Redazione Nurse Times

 

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