Sileri e Zampa in coro: “Bisogna credere nel Ssn”

Il viceministro e la sottosegretaria alla Salute stilano un primo bilancio dell’operato del Governo in materia di sanità.

“Cento giorni in cui il vento è cambiato. Ora che siamo tornati a investire nel Servizio sanitario nazionale dobbiamo tornare anche a crederci, più di prima. Perché, se non ci crediamo abbastanza, non riusciremo mai ad apprezzare tutto ciò che esso offre”. Queste le parole pronunciate dal viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, nel corso di una conferenza stampa che ha visto anche l’intervento del premier Giuseppe Conte e del ministro Roberto Speranza.“Troppo spesso, a volte anche giustamente, abbiamo lasciato più spazio alle critiche che ai riconoscimenti – ha proseguito –. Sicuramente ci sono ancora tanti difetti che dobbiamo correggere, sprechi che dobbiamo eliminare, disuguaglianze che dobbiamo ridurre. Ma abbiamo anche il dovere di ricordarci che la nostra sanità si fonda su un modello universalistico, cioè aperto a tutti, e totalmente pubblico, che va preservato, valorizzato e difeso con tutte le nostre forze. E noi lo stiamo facendo. Tra i tanti risultati che abbiamo portato a casa con la nuova Legge di bilancio, ci sono anche il Fondo nazionale per la ricerca e la cura dell’endometriosi. Un grande passo avanti in difesa di almeno tre milioni di donne italiane che soffrono di questa malattia cronica, difficile da diagnosticare, per la quale esistono oggi poche terapie. Un altro importante traguardo è il finanziamento stanziato per la rete nazionale dei registri dei tumori, che consentirà di correlare i dati sull’incidenza del cancro ai territori per capire chi si ammala e dove. I bei risultati non saranno un modo per adagiarci comunque, ma per andare sempre oltre”
.Al viceministro fa eco il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, anche lei presente alla conferenza: “Ho creduto a questo Governo e sono convinta che qui, al ministero della Salute, si sia realizzato quello spirito di squadra che a volte sembra mancare altrove e che, con il ministro Speranza e con il collega Sileri, potremmo provare ad esportare. Qui, se dovesse guidarci il protagonismo e non la consapevolezza della responsabilità che portiamo – ovvero la salvaguardia e la promozione del bene primario di ogni persona, la sua salute – non avremmo fallito noi, ma avremmo messo a rischio il futuro di tutti, malati e sani”.E ancora: “Voglio ringraziare il ministro, che nell’assegnarmi le deleghe ha guardato alla mia storia e al mio lavoro politico di questi anni. Le fragilità, la medicina di genere, la promozione della salute dei migranti, la medicina dell’infanzia e dell’adolescenza, l’innovazione a supporto della diagnosi e la cura dei pazienti, sono ambiti nei quali si può e si deve fare molto e per i quali il mio impegno sarà totale. Un impegno che condividerò ogni giorno nelle mura di questo ministero, ma soprattutto nel Paese, ascoltando e imparando da una classe medica e infermieristica eccezionale, che ogni giorno affronta sul campo difficoltà e successi. Ascoltando e imparando da pazienti e familiari che subiscono le conseguenze – a cominciare da quelle territoriali – di una sanità che non è uguale per tutti”.Conclude il sottosegretario: “Occuparmi dei fragili, delle donne, dei bambini e dei ragazzi. Poter contribuire a quella realizzazione dell’articolo 32 della nostra Costituzione per realizzare il ‘fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività’ è quello che farò ogni giorno. Ho ben chiaro qual è il senso dello stare insieme nel Paese e in questo ministero speciale, che già in questa prima Legge di bilancio ha cambiato il segno – come ha ben ricordato il ministro Speranza – alla stagione dei tagli alla sanità. Non è il momento di rivendicare il sigolo emendamento o il singolo contributo. Abbiamo appena cominciatp e qui, come altrove, c’è tanto da fere. Abbiamo la responsabilità di fare la differenza tra una vita nella salute e nella tranquillità fisica e una vita nella malattia e nel disagio, tra diseguaglianze ed equità, e siamo appena partiti. Non resta che metterci al lavoro. Insieme per una sanità uguale per tutti”.Redazione Nurse Times  
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