Massimo Randolfi

Sgarbi persevera: “L’infermiere può essere buono, gentile e affettuoso anche senza laurea”

“Mi pare eccessivo che sia necessario avere la laurea per fare l’infermiere ne prendo atto. L’infermiere ti assiste con intelligenza, con sensibilità, con la bontà, con l’animo e anche con le capacità materiali, ma per quelle capacità non è necessaria la laurea, secondo me”

“Mi pare eccessivo che sia necessario avere la laurea per fare l’infermiere ne prendo atto. L’infermiere ti assiste con intelligenza, con sensibilità, con la bontà, con l’animo e anche con le capacità materiali, ma per quelle capacità non è necessaria la laurea, secondo me”

Una polemica che non vuole proprio perdere vigore e spegnersi. Ma non per colpa degli infermieri italiani, che si stanno limitando solo a farsi rispettare e a esprimere la propria indignazione… Bensì delle nuove e accattivanti prese di posizione dell’Onorevole Sgarbi che, stoicamente, persevera coi suoi sminuenti sproloqui ai danni della categoria infermieristica.

Non lo fa apposta, ci mancherebbe altro. Non ha nulla contro gli infermieri, che dichiara anche di aver abbracciato affettuosamente in più occasioni. Semplicemente… Ignora. Ignora chi diavolo siano oggi i responsabili dell’assistenza generale infermieristica; ignora quelle decadi di cambiamento che hanno portato le vecchie ancelle del medico a trasformarsi nelle professioniste di oggi, dotate di scienza e di coscienza.

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Così, arrampicandosi sugli specchi e prendendosela con qualche collega infermiere che lo ha ammonito sui social, ha inserito un altro bel video sulla sua pagina Facebook. Dove esprime concetti un po’ alla carlona, nel goffo tentativo di addolcire (non riuscendoci) in qualche modo ciò che ha dichiarato il 29 gennaio a 105 Matrix per distruggere il candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio: “A 30 anni può fare il presidente del consiglio? Incredibile… Che so, può fare L’INFERMIERE!” (VEDI articolo)

E ricordo che lo ha fatto parlando di parassiti, reggicalze e soprattutto di incapaci. Come se essere e fare l’infermiere fosse il peggiore dei mestieri, ben lontano dall’essere una scelta, a cui si arriva solo a causa della propria pochezza intellettuale, di una innata scarsa voglia di lavorare o per il fatto di non poter aspirare a qualcosa di meglio.

Per giustificare le sue affermazioni, nella giornata di ieri, Sgarbi non ha fatto che peggiorare la situazione: “Fare l’infermiere non richiede conoscenze rigorose e professionali” ha detto. E ancora: “Ricordo infermiere dolcissime, ricordo persone che ti stanno vicino e ti aiutano anche soltanto perché esistono. Per cui basta esistere, non essere laureati. Eppure agli infermieri richiedono la laurea e al presidente del consiglio non la richiedono”  (VEDI articolo).

E infine quest’ultimo video. “Io non è che mi devo scusare” tuona l’Onorevole, provando poi a negare il concetto espresso chiaramente nella nota trasmissione radiofonica (“DI Maio? Che so… può fare l’infermiere!”). E ritorna fiero al nocciolo della questione: Mi pare eccessivo che sia necessario avere la laurea per fare l’infermiere, ne prendo atto. L’infermiere ti assiste con intelligenza, con sensibilità, con la bontà, con l’animo e anche con le capacità materiali, ma per quelle capacità non è necessaria la laurea, secondo me”.

Una sorta di angelo custode, quindi. Una figura candida, dal sorriso smagliante, traboccante di “missione” e di “vocazione”, che ti tiene la manina nei momenti di sconforto e ti fa tante coccole quando hai la bua al pancino. Questo per Vittorio Sgarbi è l’infermiere:

“C’è verso gli infermieri la richiesta di laurea necessaria che può anche essere eccessiva, perché l’infermiere potrebbe essere anche buono, gentile e affettuoso senza essere laureato. Eppure gli richiedono la laurea”.

Per la terza volta, caro Onorevole Vittorio Sgarbi, che ha fatto e fa della vasta cultura che caratterizza la sua persona la propria fortuna, le rinnovo il nostro appello: si informi. E magari chieda scusa. O corre seriamente il rischio che da oggi in poi 500.000 professionisti italiani, all’unisono, si rivolgeranno a lei con stordenti e ripetuti:

“CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA!”

Alessio Biondino

Redazione Nurse Times

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