Infermieri in sciopero il prossimo 23 febbraio, ed è una mobilitazione condivisa anche dall’Ordine delle professioni infermieristiche di Arezzo. Il presidente Giovanni Grasso (foto) spiega infatti che, pur nel rispetto dei ruoli tra sindacato e ordine, non si tratta solo di rivendicare il diritto a un nuovo contratto, atteso da più di dieci anni, ma anche di riaffermare con forza il ruolo e la professionalità degli infermieri nell’ambito del sistema sanitario.
“Se a livello legislativo si sono fatti passi avanti con l’approvazione della legge Lorenzin – sostiene Grasso –, con questo contratto sembra invece che qualcuno voglia riportare le lancette indietro nel tempo, disconoscendo l’autonomia gestionale agli infermieri. Sono troppi i casi in cui, nel pubblico e nel privato, la nostra professionalità non è riconosciuta come meriterebbe. Siamo una categoria che ormai ha fatto della formazione e dell’aggiornamento continui i suoi elementi caratterizzanti”.
Prosegue il presidente dell’Opi di Arezzo: “Anche in questo contratto, da quanto si legge nella bozza che è stata diffusa, tale riconoscimento è lontano dall’essere affermato a tutti i livelli, sia normativo che retributivo. Se a questo si aggiunge la ventilata possibilità di tagliare in Toscana i costi del personale sanitario per una cifra che si aggirerebbe sui 45 milioni di euro, ecco che si delinea un quadro di fronte al quale chi rappresenta la professione, e anche ogni singolo infermiere, non può restare a guardare. L’auspicio è che dalla mobilitazione del 23 febbraio nasca la possibilità di un confronto costruttivo e proficuo, che veda protagonisti l’Ordine e le associazioni sindacali da un lato e le direzioni sanitarie pubbliche e il mondo della sanità privata dall’altro”.
Opi Arezzo
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