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Sanità Piemonte, Regione promette di stabilizzare i precari Covid: prosegue la trattativa con i sindacati

Il nodo da sciogliere è come reperire i fondi necessari per dare un futuro a infermieri e oss col contratto in scadenza e in possesso dei requisiti richiesti per legge.

L’accordo non è ancora chiuso, ma forse qualcosa si muove. Tutto sta a capire se la Regione Piemonte manterrà la promessa di stabilizzare, a partire da luglio ed entro il 2023, i 1.137 infermieri e operatori socio-sanitari con il contratto Covid in scadenza e in possesso dei requisiti. Un impegno da 58 milioni di euro, sul quale prosegue la trattativa con i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Fials, Usae, Nursing Up, che chiedono di aumentare i tetti di spesa e di siglare l’intesa entro fine maggio.

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Sono circa 5mila le persone reclutate dal Sistema sanitario piemontese per fronteggiare la pandemia e, stando al piano della Regione, tutti quelli che entro giugno avranno maturato 18 mesi di servizio, di cui almeno sei nel periodo compreso tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022, possono essere stabilizzarti. Per chi invece non è in possesso dei requisiti richiesti per legge “l’obiettivo è trovare una strada normativa e finanziaria per garantire il più possibile la proroga dei contratti”, spiegano il governatore Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi.

Il Piemonte è sempre in attesa delle risorse promesse dal Governo per la copertura delle spese Covid: circa 360 milioni di euro. Una possibilità per fornire copertura economica alle stabilizzazioni consiste nell’autorizzazione a stipulare un mutuo decennale, in alternativa all’assegnazione diretta. Altre risorse sono in arrivo da fonti di finanziamento statali, per un totale di 58 milioni: 11 per il piano pandemico Panflu e 7 per le attività territoriali previste dalla Legge 234/2021, mentre per gli altri 40 è in corso un’interlocuzione col Governo. Ma c’è anche la possibilità che la Regione, con l’assestamento di bilancio previsto per luglio, utilizzi i canoni delle concessioni idroelettriche, oppure i Fondi europei per lo sviluppo e la coesione.

L’ipotesi di utilizzare fondi nazionali non convince i sindacati. “Abbiamo chiesto delucidazioni in merito allo strumento giuridico che si vuole utilizzare, anche prevedendo incrementi progressivi tra i due e i tre anni – scrive Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte -. Ritenendo, altresì, che è ora il momento per trovare i soldi. C’è un accordo che prevede la stabilizzazione dei precari entro il 2022. Si rispetti, è indispensabile. Se lasciamo a casa questi lavoratori non solo riusciremo a farli scappare in altre regioni e non li avremo nel caso in cui dovesse riaccendersi la pandemia, ma rischieremo pure che con il Pnrr si faccia edilizia sanitaria senza avere il personale per aprire le sedi“.

In ogni caso, a partire dal 9 maggio, la direzione regionale della sanità ha previsto una serie di incontri con le singole direzioni per “affinare i dati relativi alle stabilizzazioni, alla compatibilità finanziaria, e con i piani di fabbisogno e limite di spesa per il personale”.

Redazione Nurse Times

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