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Aggressioni a medici, infermieri e oss: il ridicolo balletto della politica

Non passa ormai giorno che non si abbia notizia di aggressioni al personale sanitario, soprattutto e non a caso nei nostri pronto soccorso.

Per non parlare poi delle migliaia di episodi che non fanno notizia o che non vengono denunciati, ma che non per questo non ci sono, ANZI SONO LA MAGGIORE PARTE.

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Una vergogna nazionale, che se pur in forma minore riguarda anche altri paesi e non a caso sempre paesi dove la sanità pubblica si trova in serie difficoltà.

Falsi santoni della politica si affannano ad inventare le più creative forme di repressione, leggi sempre più stringenti, quanto nella pratica inapplicabili.

Si brancola nel buio più totale pensando che si tratti di un problema di polizia, che basti inasprire pene, militarizzare i luoghi di cura, ma nessuno vede o vuole vedere la vera e drammatica essenza del problema.

IL FALLIMENTO DEL NOSTRO SISTEMA SALUTE E DELLA NOSTRA POLITICA.

Eppure, nella sanità, chiunque ci vive e ci lavora da sempre, chi è in prima linea nei PS, nei reparti e nelle strutture territoriali, lo sa bene e lo vede tutti i sacrosanti giorni dove è il problema…e quanto grande questo stia diventando. Ogni giorno è peggio del precedente.

Lo stesso problema che porta tanti professionisti alla fuga dalle strutture pubbliche; che porta i giovani professionisti all’estero ed i più anziani ad aspettare inebetiti la pensione come ultima via di fuga.

Lo stesso problema che accalca come in un girone infernale persone dentro le sale di attesa per ore ed ore, per giornate intere senza alcuna speranza.

Persone che il più delle volte non dovrebbero NEMMENO ESSERE LI’ se ci fosse un sistema salute minimamente efficiente e capace di ascoltare e di agire lì dove nasce il problema prima che sia percepito come un urgenza e vada ad intasare asfittici PS.

Lo stesso problema che non ci permette di dare le risposte giuste nei loro territori. Che ci fa dare un appuntamento, ad esempio, per una TAC ad un paziente oncologico a distanza di un anno, visite fissate dai sei agli otto mesi, e così per tutta una serie di prestazioni sanitarie.

Il problema è e resta l’inettitudine della contabilità politica. Il problema è la politica del fare ciò che a basso costo si può fare. Cioè non fare nulla se non chiacchiere vuote e sterili, progetti irrealizzati ancora prima di essere scritti. Soldi spesi per tutto, ma non per la qualità e per questo sperperati allegramente.

Qualcuno ci spieghi per favore a cosa serve e che benefici dovrebbe produrre la militarizzazione dei luoghi di cura, l’inasprire le pene, e tutte le altre ipotesi che circolano nei palazzi del potere.

I LUOGHI DI CURA NON SONO E NON POSSONO ESSERE CAMPI DI BATTAGLIA.

Essi sono al servizio dei cittadini, non contro i cittadini, anche quando questi diventano violenti. E allora diciamocelo pure: la salute pubblica è sostanzialmente FALLITA!

Perché non è in grado di dare risposte accettabili e soprattutto perchè di questo non interessa a nessuno. Soprattutto alla nostra politica, l’UNICA RESPONSABILE DEL DISFACIMENTO DEL SISTEMA SALUTE.

Sbagliare è umano, ma perseverare nell’errore è diabolico. Eppure è esattamente ciò che si sta facendo difronte ad un malato cronico ed agonico.

Si fa tanta DEMAGOGIA spicciola…. invece di mettere mano ad una terapia d’urto in grado di ristabilire le sorti del nostro sistema salute. Continuiamo a sperperare tempo, energie e danari dietro parole vuote scritte nelle leggi incomprensibili anche per chi le propone.

A che serve finanziare la creazione delle case della comunità che prenderanno il posto dei poliambulatori distrettuali con una bella targa nuova.

Mettere fondi per le ristrutturazioni, per i macchinari, per l’informatizzazione. A che serve se manca proprio il concetto di base e soprattutto mancano le risorse umane e professionali per riempire scatole vuote?

Mancano gli infermieri, mancano gli specialisti, mancano i tecnici. Soprattutto mancano i concetti dietro le belle parole, che senza tutto questo tali resteranno.

A che serve finanziare la creazione di CENTRALI OPERATIVE TERRITORIALI se queste poi non avranno nulla di operativo? Mancano le risposte da dare sul territorio; la gente continuerà ad aspettare mesi per una semplice visita…proprio perchè non ci sono i soldi per assumerne lo staffing. Ancora parole e scatole vuote che non serviranno a nessuno.

A che serve costruire gli OSPEDALI DI COMUNITA’?

Che già prevedere per un ospedale venti posti letto di per se è un ossimoro. Chi ci lavorerà se anche qui non ci sono soldi per gli staffing? Quali pazienti ospiteranno ed a che condizioni?

A cosa servono se non prevedono almeno un posto di primo soccorso. Su cui dirottare tutte le non emergenze che affollano all’inverosimile i nostri PS. CHE POI PER LO PIU’ NON SONO AFFATTO EMERGENZE. A che serve se non sono in grado di garantire almeno due esami di laboratorio in croce, qualche ecografia e semplici esami di radiologia oltre alla possibilità di un osservazione in regime di ricovero.

L’idea è quella di enunciare cambiamenti senza neanche immaginarli ed immaginare cosa e dove cambiare. Quindi nulla potrà cambiare. Lo stesso DM 77 DEL 2022 nasce già morto e non potrà cambiare le sorti del nostro agonico sistema salute.

Così il problema delle aggressioni, della violenza nei luoghi di cura resterà tale e non potrà far altro che inasprirsi sempre di più.

La violenza e l’inefficacia sono due facce di una stessa medaglia. Quella del fallimento del sistema salute. Quella del suo progressivo depotenziamento, della mancanza di infermieri, medici e quant’altro. Perché costano troppo e si vuole risparmiare ad ogni costo. Senza pensare che l’unico risparmio plausibile in sanità è LA QUALITA‘.

Vorrei inoltre segnalare un’altra forma di violenza che sta diventando davvero troppo pesante ed inaccettabile. Che è quella delle aziende sanitarie e del sistema salute nei confronti degli infermieri.

Turni infiniti e spesso fuori dalla legalità. Stipendi ridicoli e carichi di lavoro doppi se non tripli rispetto al massimo sopportabile. Per chi si ribella consiglio di disciplina con pene inflitte, a volte anche pesanti.

Anche lo sfruttamento e il non rispetto dei professionisti E’ UNA FORMA DI VIOLENZA, tanto subdola quanto devastante per chi come gli infermieri la subiscono ogni volta che timbrano il cartellino.

E’ LA VIOLENZA DELLE ISTITUZIONI, di coloro che dovrebbero proteggerli ed invece la esercitano muscolarmente senza ritegno alcuno.

Il nostro sistema politico è RESPONSABILE DI TUTTO QUESTO.

I nostri cittadini hanno diritto a ricevere servizi efficaci ed efficienti economicamente sostenibili, senza doversi rivolgere ad un PS ospedaliero anche per un semplice taglio al dito.

Serve una repentina inversione di rotta.

Le aggressioni saranno sempre più numerose e violente e la politica avrà certificato il suo TOTALE FALLIMENTO col rischio di non avere più un sistema di salute pubblico, universale ed equo.

La salute diverrà presto un “lusso” per chi se la potrà permettere. Un mondo in cui le compagnie assicurative faranno una barca di soldi con i più fortunati che se le potranno permettere.

Angelo De Angelis

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Angelo De Angelis

Diploma di INFERMIERE PROFESSIONALE presso Centro idattico Polivalente Pio Istituto ed Osperali Riuniti ROMA nel 1980 Dal luglio 1980 INFERMIERE presso ospedale S.Giovanni Roma strumentista in C.O. chirurgia generale, infermiere in pronto soccorso chirurgico,medico e successivamente cardiologio Dal 1990 infermiere in ambulanza B.L.S A.L.S CENTRALE OPERATIVA DAL 2008 INFERMIERE presso CENTRO DI ASSISTENZA DOMICILARE ASL RM1 accoglienza e supporto agli utenti e famigliari coordinamento e consulenza agli infermieri nel territorio Nel 2013 LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTERICHE presso università SAPIENZA DI ROMA

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Angelo De Angelis

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