Ruba il bancomat a un paziente covid, l’infermiere potrebbe essere radiato

Ha 41 anni l’infermiere redisente a Boltiere (provincia di Bergamo) che avrebbe rubato il bancomat a un paziente Covid. Il paziente è morto il 14 aprile a causa del Covid-19. I parenti hanno scoperto la truffa. Una vergogna per i tanti professionisti onesti che hanno rischiato la propria vita per salvarne altre.

L’accusa è di furto aggravato in concorso. L’operatore sanitario, in base a quanto emerso dalle indagini della polizia locale di Romano di Lombardia, avrebbe rubato il bancomat al paziente di 66 anni di Cividate che era ricoverato in terapia intensiva perché colpito dal coronavirus.

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Il furto è avvenuto in un ospedale sempre della provincia di Bergamo.

Con la tessera bancomat l’infermiere e la sua fidanzata avrebbero fatto numerosi prelievi per un totale di 6 mila euro. Il paziente è morto il 14 aprile a causa del Covid-19, così ad accorgersi di quei prelievi sospetti dal conto sono stati i suoi familiari che a maggio hanno presentato una denuncia.

Il comandante della polizia locale di Romano di Lombardia, Arcangelo Di Nardo, a Fanpage.it, ha poi spiegato come si sono sviluppate le indagini, che sono durate circa due mesi e mezzo e sono state prese particolarmente a cuore dai suoi agenti.

“L’anziano è stato ricoverato a marzo ed è poi morto ad aprile. I famigliari si sono accorti che qualcosa non andava dagli estratti conto di maggio e hanno quindi presentato denuncia tramite il loro legale il 20 maggio” ha detto Di Nardo.

“Da allora, tramite riscontri bancari, appostamenti e sopralluoghi, siamo giunti all’individuazione dei presunti responsabili nei cui confronti lunedì è scattata la perquisizione domiciliare”.

Sono così scattate le indagini che in seguito a verifiche bancarie e appostamenti hanno portato all’individuazione dei due indaganti.

“Se dall’esito delle verifiche in corso la responsabilità dell’infermiere sarà confermata, anche per la tutela dell’immagine della categoria, l’Ordine non esiterà a procedere con provvedimenti disciplinari severi e adeguati alla gravità del caso” ha detto il presidente Opi Gianluca Solitro.

Tali sever provvedimenti “possono giungere fino alla radiazione dall’albo e alla costituzione di parte civile della categoria”.

Fonti: La Repubblica, fanpage.it, Il Messaggero, Il Giorno (Bergamo – Brescia)

Cristiana Toscano

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