Si è svolto ieri, in sede Aran, un incontro nell’ambito della trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale del comparto sanità pubblica. In apertura di confronto l’Aran ha illustrato una proiezione ipotetica relativa agli incrementi economici che deriverebbero dalla distribuzione delle risorse attualmente a disposizione del Contratto.
Si tratta, com’é noto, di un incremento della massa salariale pari al 5,78% (a fronte un incremento del costo della vita che nel triennio di riferimento sarà superiore al triplo), a cui vanno aggiunte le risorse stanziate dal D.L. 34 del marzo 2023 destinate esclusivamente a coloro che operano nei pronto soccorso.
Tradotto in cifre, questo porterebbe a un incremento medio a regime sul tabellare di 130 euro lordi (115, 120, 127, 135, 193, partendo dall’area del personale di supporto a crescere fino all’area di elevata qualificazione), a cui si aggiungerebbero poco meno di 15 euro lordi per il finanziamento degli altri istituti sopra descritti.
Va sottolineato che più della metà delle risorse che sarebbero destinate agli incrementi in busta paga (circa il 52%) vengono già percepiti in busta paga a titolo di indennità di vacanza contrattuale. Questo significa, utilizzando l’ipotesi proposta da Aran, che su 130 euro lordi medi 67 vengono già percepiti in busta paga e l’incremento residuo sarebbe di circa 63 euro.
Motivo per il quale crescono le ragioni della mobilitazione che stiamo portando avanti, che deve intensificarsi al fine di costringere il governo a farsi carico della necessità di dare risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto.
Ad oggi, infatti, siamo di fronte a un quadro che, oltre ad essere del tutto insufficiente per la parte che riguarda gli stipendi, sostanzialmente non ha che briciole da destinare alla valorizzazione professionale, ai fondi, al necessario incremento delle indennità.
La discussione é poi proseguita su alcuni aspetti della parte normativa, su testi che Aran ha inviato, implementando l’articolato con alcuni temi ulteriori inerenti il rapporto di lavoro. Su questo resta la nostra contrarietà al tentativo, che si legge in trasparenza, di stressare le materie relative all’orario di lavoro per tentare di far funzionare le strutture gravate da una cronica carenza di organico. Anche su questo, ovviamente, lavoreremo con le nostre proposte per modificare questa impostazione.
Redazione Nurse Times
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