Quando l’infermiere diventa “usa e getta”

Pubblichiamo l’articolo anonimo di un infermiere che denuncia la situazione creatasi nel padiglione vaccinale del complesso fieristico di Padova, dove infermieri disponibili a vaccinare, sono stati rimandati a casa senza preavviso.

Da diversi giorni, nel padiglione vaccinale del complesso fieristico di Padova, succede anche questo, nel periodo in cui la regione Veneto sponsorizza la nuova figurata dell’OSS specializzata con funzioni infermieristiche, asserendo che mancano infermieri, proprio questi (quelli veri) che danno la propria disponibilità alla campagna vaccinale, sacrificando il proprio tempo libero e mettendosi a disposizione della comunità, vengono rimandati a casa. Infatti, giunti in fiera e apprestandosi ad iniziare l’attività lavorativa, si sentono comunicare, senza alcun preavviso,  che la loro presenza non si rende più necessaria.

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Non solo, ma alle richieste più che legittime delle numerose persone coinvolte, circa le motivazioni di tali atteggiamenti, le risposte sono un semplice scarica barile di responsabilità tra aopd e Ulss 6.

Un fenomeno che nelle ultime settimane si ripete sempre più spesso; un fenomeno che svilisce non soltanto la professione infermieristica, ma anche la singola persona, che una volta arrivata lì a prestare il proprio servizio, la propria professionalità, viene mandata via, anche in malo modo, da soggetti che si definiscono responsabili della struttura e che si prendono la libertà di trattare i dipendenti come nullità, senza rispetto alcuno, come infermieri “usa e getta”.

Concludo con una considerazione generale: fino ad oggi quando l’infermiere è stato chiamato in causa, ha sempre risposto “presente” schierandosi in prima linea al fianco di qualsiasi cittadino/malato che ne abbia avuto bisogno; ma se la situazione in futuro non dovesse cambiare, e alla professione infermieristica non verrà riconosciuto il suo ruolo chiave ed indispensabile nella sanità pubblica, continuando a mettere in essere azioni che degradano questa professione, il risultato sarà un abbassamento della qualità della cura della salute pubblica.

Confido nell’intervento dei sindacati e dell’ordine provinciale degli infermieri per la risoluzione del problema. La ringrazio fin da subito per l’interesse dato a questo mio scritto. Chiedo il riservo del mio nome qualora decidesse di pubblicare questa mia denuncia per evitare ripercussioni personali da parte dell’azienda.

Cristiana Toscano

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