In questa calda estate, con agosto appena iniziato, non possiamo non pensare alle meritate ferie estive.
Dopo un anno di lavoro anche i lavoratori delle strutture sanitarie cercano di pianificare il proprio periodo di riposo e magari concedersi qualche vacanza in località turistiche approfittando di qualche last minute e risparmiare qualche soldino.
Questo è quanto capita alla maggioranza degli italiani; quelli più fortunati che hanno la possibilità economica ed un lavoro stabile e magari con contratto a tempo indeterminato o determinato che sia…
Ma come passeranno invece le proprie vacanze estive (anche queste meritate), chi invece è inquadrato con un contratto in libera professione, con partita iva?
Essendo questi ultimi dei liberi professionisti non potranno ovviamente usufruire del periodo di ferie, ma dovranno lavorare qualche ora in più, magari rinunciando ai riposi per concedersi almeno 10/15 giorni di riposo continuativo (non retribuito).
Ma fin qui nulla da obiettare, molti liberi professionisti lo sono per scelta e per cogliere una buona opportunità economica, magari lavorando per più committenti e organizzandosi il lavoro in piena autonomia, così come la norma prevede.
Quanti invece la libera professione non la vivono per scelta, ma imposta da dirigenti sanitari, di importanti strutture pubbliche che magari stizziti rispondono ad ogni tentativo di reazione con un “questa è la porta…sapete quanti vogliono stare al vostro posto!!!”
Ma qual è la reale situazione in cui versano alcune strutture sanitarie pubbliche?
La nostra redazione riceve diverse segnalazioni, sulla gestione del personale sanitario e sul loro inquadramento contrattuale.
La struttura ha un’alta percentuale di professionisti sanitari a partita iva, e tra questi gli infermieri percepirebbero un compenso pari a 14 euro lorde/ora.
In virtù delle informazioni pervenuteci, siamo sempre più convinti che tanti di loro quelle meritate ferie estive potrebbero addirittura saltarle.
E non per scelta…
Ebbene si, questi lavoratori in partita iva, non percepiscono stipendi da giugno, l’ultimo risulterebbe maggio.
Le promesse di “imminente pagamento dello stipendio” si susseguono da parte dei dirigenti, ma con evidenti ritardi.
Una situazione che si trascina da tempo e che non sembra avere risoluzione!
Dipendenti che sperano di essere stabilizzati per lasciarsi dietro questa esperienza di libera professione, ma che con essa non hanno nulla in comune.
Ma quante sono le strutture pubbliche che utilizzano false partite iva, e che inseriscono nella normale turnazione il personale sanitario?
Giuseppe Papagni
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