Dott. Mauro Di Fresco
I giornali, come al solito, hanno amplificato la notizia che ha visto un’infermiera non vaccinata impugnare, inutilmente, il provvedimento di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione da parte della A.S.L. BAT per non aver ottemperato all’obbligo vaccinale.
Le ragioni non sono quelle sbandierate dai giornalisti, come invece esalta in prima pagina “La Repubblica” edizione barese: “L’infermiera No Vax resta sospesa non può svolgere altre mansioni. Il Giudice del lavoro di Trani emette una sentenza destinata a fare scuola: non basta la certificazione”.
FALSO, come sempre!
Prima di tutto la sentenza è corretta tranne nella parte che si esporrà e nei limiti che l’avvocato difensore dell’infermiera ha dedotto nei motivi di doglianza.
Dubbi: l’ordinanza stabilisce che durante la malattia si possa procedere alla sospensione perché non si verte in tema disciplinare (se la sanzione è disciplinare può essere irrogata ma non eseguita durante la malattia). Però sussistono diverse altre interpretazioni giurisprudenziali che, invece, ritengono che sia vietato.
Eccezioni: l’infermiera ha lasciato che il giudice, erroneamente, ritenesse apoditticamente efficace il vaccino ai sensi dell’art. 2087 C.C. ovvero che la proteggesse dall’infezione SARS-CoV-2, senza per nulla dimostralo, ma riportandosi semplicemente alle parole della legge. Doveva, invece, sollevare dubbi sulla sua efficacia allegando, per esempio, l’attuale pandemia vaccinale che sta sconvolgendo gli ospedali, ritenuti dalla legge un ambiente superprotetto. Una cosa è certa: la decisione non farà scuola perché non stabilisce nulla di nuovo.
Redazione NurseTimes
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