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Opi Taranto: “Per l’emergenza pronto soccorso guardiamo al modello toscano”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma del presidente Pierpaolo Volpe.

“C’è poca voglia di cambiamento a Taranto e in Puglia. In tutti gli incontri sull’emergenza pronto soccorso c’è sempre la stessa musica. Una musica ormai stonata e priva di oggettive soluzioni”. Questa la sintesi del dottor Pierpaolo Volpe, presidente di Opi Taranto, a mergine degli incontri sull’emergenza pronto soccorso.

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Dobbiamo guardare al modello toscano. La Regione Toscana ha infatti già promosso negli ultimi anni alcuni interventi importanti, con la creazione di una area assistenziale nei Ps dedicata ai “codici minori”. Tale area è gestita da personale medico e infermieristico che opera secondo le modalità assistenziali e professionali tradizionali.

Ispirandosi al modello inglese See and Treat, si possono concepire ulteriori sviluppi organizzativi della suddetta area, che consistono: a) nell’ introduzione della professionalità infermieristica, adeguatamente formata, nella gestione di alcune patologie; b) nell’ arricchimento della funzione di triage, mediante il quale, oltre a stabilire le consuete priorità, si può indicare anche un percorso professionale differenziato all’interno dell’area. Inoltre diviene competenza infermieristica avviare il paziente a percorsi Fast Track, soprattutto per quanto riguarda alcune competenze specialistiche.

Da dicembre scorso è operativo al Pronto soccorso dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Siena l’ambulatorio See and Treat, gestito da personale infermieristico. Si tratta di un nuovo servizio, attivato con professionisti che hanno seguito una specifica formazione, per trattare i casi clinici con codice minore. Dopo la fase di triage, che definisce il caso come trattabile con il See and Treat, l’utente viene immediatamente accolto nella zona dedicata, dove l’infermiere esegue l’accertamento e le necessarie prestazioni adeguate alla risoluzione del problema.

In questa prima fase le problematiche di cui si occuperanno gli infermieri del See and Treat sono di natura otorinolaringoiatrica, dermatologica e traumatologica (alcuni esempi: rimozione tappo di cerume, otite esterna, epistassi, rinite, cisti sebacee, foruncolo, idrosadenite, pediculosi, patereccio, geloni, punture di insetti, ritenzione di zecca, ustioni minori, ustioni solari, abrasioni) o assistenziale (sostituzione catetere vescicale, rimozione/sostituzione SNG).

I protocolli prevedono anche la possibilità da parte dell’infermiere del See and Treat, se necessario, di avviare il paziente ai percorsi Fast Track, cioè un modello di risposta assistenziale alle urgenze minori che si presentano in pronto soccorso. Si applica a quei pazienti che presentano segni e sintomi riconducibili generalmente a situazioni di non urgenza

, che possono essere risolte dalla valutazione di un singolo specialista.

“Vorrei sbagliarmi, ma le convocazioni istituzionali degli Ordini sembrano un contentino per arrestare l’azione di denuncia – osserva il dottor Volpe –. Se realmente fosse questa la strategia politica delle istituzioni, compresa la Asl Taranto, ritengo che abbiano sbagliato interlocutore, e allora l’azione di denuncia sarà ancora più forte. Mantenere lo status quo potrebbe far comodo a qualcuno, in quanto diventa una giusta arma di rivendicazione economica delle ulteriori prestazioni rese. Come sempre spero di sbagliarmi, ma il dubbio resta”.

Conclude il presidente di Opi Taranto: “Parliamo tanto di rispetto della normativa in materia di orario di lavoro e di stress lavoro-correlato, ma credo che a Taranto (e non solo) – spero sempre di sbagliarmi – abbiamo abbondantemente superato il limite della legalità. Su questo mi attendo un’ispezione dei Nas e dell’Ispettorato del lavoro, che in questi mesi stanno mettendo a soqquadro i presidi e servizi dell’Asl. Purtroppo, se non modifichiamo il modello organizzativo e superiamo le pressioni di chi per ragioni facilmente rintracciabili non vuole il cambiamento, non andremo molto lontano, e a pagarne le conseguenze sarà il cittadino”.

Redazione Nurse Times

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