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Obiettivi Pnrr, l’Italia è in ritardo: lo dice la Corte dei Conti

Dai giudici contabili arriva una relazione che segnala rallentamenti tali da mettere a rischio la realizzazione dei servizi sul territorio (case della comunità e ospedaliu di comunità) entro il 31 marzo 2023 (Target Ita). Di qui una serie di raccomandazioni al ministero della Salute.

A che punto siamo con i progetti previsti dal Pnrr in materia di sanità? Una prima risposta, purtroppo non confortante, arriva da una relazione della Corte dei Conti (vedi testo allegato), che segnala ritardi tali da compromettere potenzialmente il raggiungimento degli obiettivi legati ai servizi sul territorio, con l’attivazione di oltre 1.400 case della comunità e di oltre 12.400 ospedali di comunità entro la metà del 2026. Obiettivi per i quali risultano stanziate risorse pari, rispettivamente, a 2 miliardi e 1 miliardo di euro.

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I giudici contabili spiegano di aver inviato, con nota del 12 gennaio 2023, “una nota istruttoria ai competenti uffici del ministero della Salute, con cui chiedeva informazioni in merito alle aggiudicazioni e agli eventuali ritardi e/o rallentamenti da parte dei singoli soggetti attuatori nello svolgimento delle attività”. Ebbene, “dai dati risultavano piuttosto esigue le richieste di emissione degli ordini di attivazione, pervenute al 25 gennaio 2023, rispetto al numero degli interventi previsti, con riferimento a 11 aoggetti attuatori su 14”.

Considerati i possibili ritardi rispetto alla scadenza ormai prossima del 31 marzo 2023 (Target Ita), il magistrato istruttore della Corte dei Conti ha redatto la propria relazione conclusiva, rilevando come, per buona parte delle procedure concorsuali, i numeri relativi alle gare già esperite evidenziassero una “realistica difficoltà di pervenire nei tempi, ormai ravvicinati, del target 31 marzo 2023, all’adozione di una progettazione avanzata”.

Quanto ai trasferimenti delle risorse, invece, il ministero della Salute ha segnalato che non sono state ancora state rendicontate le spese da parte di quelle Regioni (Calabria, Marche e Toscana) che, alla data del 27 gennaio scorso, avevano percepito l’anticipazione e che, nel frattempo, sono “pervenute all’Unità di Missione le richieste di anticipazione del 10 per cento degli interventi di cui in oggetto da parte delle Regioni Campania, Emilia-Romagna, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia”, di cui vengono indicati i singoli importi. Con riferimento alle Regioni Emilia-Romagna, Piemonte, Puglia, Sardegna il ministero precisa che “sono in corso di definizione le istruttorie sulla documentazione trasmessa a corredo ai fini della conseguente erogazione delle risorse”, mentre la “istruttoria relativa alla Regione Molise è stata conclusa e le risorse a titolo di anticipazione sono in corso di erogazione”.

Ricordiamo che i progetti in esame vengono gestiti dal ministero della Salute (amministrazione titolare), dalle Regioni e Province autonome (soggetti attuatori) e dalle singole Asl (soggetti attuatori esterni). L’obiettivo da conseguirsi entro il 31 marzo 2023, relativo alla realizzazione dell’intervento, prevede la “approvazione dei progetti idonei per indire le gare per la realizzazione delle strutture”. Ogni Regione ha provveduto a riportare al ministero, sulla base dei dati forniti dalle Asl, i propri fabbisogni, ai fini di consentire una ponderata valutazione, in merito all’esperimento delle procedure di gara (es. gare per la progettazione, gara lavori, appalto integrato, etc). Il ministero si è trovato dunque a interagire con una realtà di partenza estremamente eterogenea e complessa, a seconda delle diverse realtà regionali.

A seguito di successivi scambi di note e documenti, di interlocuzioni informali e audizioni, è emerso che l’Unità di Missione del Pnrr, istituita presso il ministero della Salute, dopo aver raccolto le manifestazioni d’interesse a esperire procedure attuative centralizzate da parte di soggetti attuatori, ha deciso di ricorrere a Invitalia S.p.A., quale centrale di committenza nazionale per la realizzazione, tra gli altri, di interventi afferenti agli investimenti in esame.

“La collaborazione tra il ministero e Invitalia SpA – si legge nella relazione – deve consentire (attraverso l’indizione di procedure di gara, diversificate in lotti, sub-lotti e cluster) ai soggetti attuatori che intendano avvalersi, in tutto o in parte, della stessa, di acquisire servizi di progettazione/lavori/complementari, necessari a garantire il conseguimento del target entro la scadenza prevista”.

Eppure, “sembra profilarsi il rischio di un possibile ritardo, rispetto alla scadenza del Target Ita – 31 marzo 2023 -, che richiede l’approvazione di progetti idonei ai fini dell’indizione delle gare relative ai lavori”. La Corte dei Conti evidenzia infatti: “Dalla tabella 1 della nota del ministero del 9 marzo 2023 si ravvisa ancora un insufficiente numero di progetti pervenuti alla fase del Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE) e, in alcuni casi, ancor più estesa appare la carenza di progetti definitivi ed esecutivi, giustificata – in massima parte – dal ministero come conseguenza delle numerose e differenti strategie di gara, messe in atto per la realizzazione del Programma”.

Se ne deduce “la volontà di spostare in avanti (dal 31 marzo al 30 giugno) la piena integrazione del Target Italia relativo all’approvazione dei progetti”. In tal caso “occorre tuttavia richiedere la relativa autorizzazione al ministero dell’Economia e finanze”. L’amministrazione “rileva, al riguardo, che, per quanto concerne lo stato di avanzamento delle procedure di approvazione delle progettazioni, il sistema Regis, ad oggi, non consentirebbe un’esauriente rilevazione dei relativi dati”. Si evidenzia, dunque, “la necessità di un maggiore impulso del ministero sui soggetti attuatori, con riferimento a tale esigenza informativa”.

Inoltre la Corte dei Conti segnala che non sarebbero state ancora prodotte le rendicontazioni relative all’utilizzazione delle risorse da parte di quelle Regioni che, alla data della precedente nota dell’amministrazione (27 gennaio 2023), avevano già percepito le rispettive anticipazioni: “Dalla nota del 9 marzo 2023 rileviamo, infine, che una buona parte dei soggetti attuatori non ha ancora avanzato richiesta di anticipazione”.

Di qui le seguenti raccomandazioni della Corte dei conti al ministero della Salute:

– preso atto del rischio di mancato raggiungimento del Target Ita al 31 marzo 2023 e dei probabili riflessi negativi sul conseguimento del successivo target, di espletare le necessarie azioni volte ad evitare stasi o rallentamenti procedurali nel percorso volto al rispetto dei previsti milestone e target, anche attraverso un’adeguata programmazione ed eventuali interventi correttivi, per recuperare possibili ritardi accumulati;
– con riferimento alle anticipazioni già erogate ai soggetti attuatori, di sollecitare gli stessi a provvedere alle rendicontazioni relative alle eventuali erogazioni effettuate;
– di svolgere le attività necessarie ai fini di velocizzare le verifiche e le istruttorie relative alle predette anticipazioni delle risorse, nei confronti dei soggetti attuatori che le abbiano richieste e non le abbiano ancora percepite;
– di monitorare l’operato di quei soggetti attuatori che non abbiano ancora richiesto le anticipazioni, rivolgendo agli stessi le necessarie sollecitazioni;
– di vigilare affinché i progetti in corso di approvazione rispondano alle esigenze di funzionalità delle strutture sanitarie da realizzare, con riferimento ai contingenti di personale richiesti, ai servizi e alle opere infrastrutturali connaturate alle attività che verranno espletate all’interno delle stesse;
– lo svolgimento di una attenta attività di controllo e di monitoraggio, ai sensi dell’art. 8 del Dl 77/2021, da parte del Ministero, nei confronti dei soggetti attuatori e di Invitalia, sollecitando la realizzazione, nei tempi congrui, degli obiettivi sottesi a milestone e target previsti e le relative esaurienti informative.

ALLEGATO: Relazione della Corte dei Conti

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