Napoli, muore 16enne colpito da un proiettile: i parenti devastano il Ps del Vecchio Pellegrini.

Gravissimo episodio di violenza nella notte tra sabato e domenica, seguito al tragico decesso di un ragazzo. Le reazioni.

“Con riferimento a quanto in oggetto questa notte, parenti devastano il Psa seguito del decesso di un giovane ferito da arma da fuoco (U.R., 10.04.2004) il PS del P.O. dei Pellegrini è stato devastato (!!!) dalla rabbia dei parenti. Nel corso del sopralluogo eseguito alle ore 7,00, constatato danni ad arredi e attrezzature, nonché l’assenza delle condizioni igienico-sanitarie tali da non permettere lo svolgimento delle attività assistenziali di emergenza in sicurezza sia per i pazienti che per gli operatori, alle ore 7,30 abbiamo dichiarato la sospensione del servizio di Pronto soccorso P.O. dei Pellegrini.A seguito di tale ‘sospensione’ è iniziato il trasferimento di n. 8 pazienti presenti al Pronto soccorso nei reparti dello stesso presidio ospedaliero ovvero – con ausilio del Servizio 118 – in altri ospedali cittadini. Sono già iniziate le attività necessarie a ripristinare quanto prima l’attività di pronto soccorso, tenuto conto dell’importanza che tale presidio ospedaliero riveste nell’ambito della rete cittadina. Vogliamo esprimere la nostra solidarietà e la nostra vicinanza a tutti gli operatori sanitari che questa notte hanno subito aggressioni fisiche e insulti e che, nonostante tutto, hanno continuato a garantire l’assistenza ai pazienti”.Così recita una nota pubblicata sulla pagina Facebook della Asl Napoli 1 Centro, riferita a quanto successo nella notte tra sabato e domenica, quando un 16enne napoletano, ferito da colpi di pistola alla testa e al torace, è morto all’Ospedale dei Pellegrini di Napoli dopo il tentativo di salvarlo da parte dei medici. Il minore era stato soccorso da un’ambulanza del 118 in via Generale Giordano Orsini, nella zona di Santa Lucia.«Un fatto gravissimo, per il quale esprimo solidarietà a tutti i nostri dipendenti che ancora una volta sono stati vittime di insulti e minacce, e ancora una volta hanno continuato, nonostante tutto, a prestare assistenza ai pazienti – ha commentato per Il Mattino il direttore generale dell’Asl Napoli 1Centro, Ciro Verdoliva, che durante un sopralluogo all’ospedale ha constatato gli ingenti danni ad arredi e attrezzature e l’assenza di condizioni igienico-sanitarie conseguenziale ai fatti accaduti –. Sono stato costretto a chiudere il Pronto soccorso. Quanto è accaduto ha di fatto creato condizioni che impediscono lo svolgimento delle attività assistenziali di emergenza in condizioni di sicurezza, sia per i pazienti che per gli operatori».Il Pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini ha riaperto in serata, alle 20. Lo aveva annunciato Mariella Corvino, direttore sanitario, aggiungendo: “I miei operatori, stasera, saranno tutti al loro posto, nonostante molti di loro siano sotto choc per quattro accaduto. Hanno distrutto tutto, senza alcun rispetto non solo per chi lavora, ma nemmeno per i pazienti che in quel momento erano nell’osservazione breve intensiva, l’Obi. In tanti anni di direzione sanitaria in diversi presidi non mi era mai capitato di assistere a un episodio del genere. È tutto da rifare, non solo nel Pronto soccorso, ma nell’educazione, nel rispetto, nella coscienza civica nei confronti di chi lavora”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo): “Siamo vicini a tutti i colleghi dell’Ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, dove stanotte il Pronto soccorso è stato devastato dai parenti e amici di un ragazzo morto, nonostante i tentativi disperati dei medici di salvargli la vita, per una ferita da arma da fuoco che si era procurato durante un tentativo di rapina. Comprendiamo il dolore dei familiari, aggravato dal difficile contesto. Ma non possiamo non far presente che è proprio la presenza di presidi sanitari, anche e soprattutto al centro di questi luoghi tormentati dalla violenza e messi a rischio dalla criminalità, a salvare, con un intervento pronto e rapido, tante vite”.
Abbiamo ancora negli occhi il foro del proiettile rimasto, come un monito, sulle scale del Vecchio Pellegrini, meta di una nostra recente visita – racconta Anelli -. È innegabile la situazione di emergenza e rischio in cui lavorano i colleghi, così come è innegabile il fortissimo ruolo sociale, prima ancora che sanitario, da loro svolto. Episodi come questi, però mettono a rischio l’assistenza degli abitanti di questa zona, quella di Spaccanapoli, che ne ha invece tanto bisogno. La mettono a rischio non solo nell’immediato, perché già alcuni pazienti hanno dovuto essere trasferiti e ci vorrà tempo per ripristinare le attrezzature distrutte, ma anche a lungo termine perché non si può garantire, in queste condizioni, la sopravvivenza del presidio”.Prosegue Anelli: “Ai colleghi dell’ospedale, al presidente Scotti, ai componenti del Consiglio dell’Ordine dei medici, al direttore generale dell’Asl Napoli, Centro, Ciro Verdoliva vogliamo dire: non siete soli. Ai cittadini vogliamo rivolgerci con le parole della nostra ultima campagna di comunicazione, tuttora in corso: se aggredisci un medico, tanto più in questo momento in cui tutti stanno lavorando per contenere la diffusione del CoVid-19, poi la vita chi te la salva?”.E ancora: “È oramai necessario, almeno per gli ospedali allocati in contesti sociali così particolari, la presenza di un presidio di pubblica sicurezza h24. Ci appelliamo alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, perché trovi il modo e le risorse, partendo proprio dal Vecchio Pellegrini di Napoli, per assicurare agli operatori sanitari la protezione delle forze dell’ordine. Servono a poco le parole. Sebbene i sanitari siano determinati a non gettare la spugna, non possiamo continuare a contare solo sul sul loro sacrificio e abnegazione. Occorrono risposte concrete e urgenti per mettere in sicurezza gli operatori e gli utenti”.Il gravissimo episodio di violenza, il 19esimo negli ospedali napoletani dall’inizio dell’anno, è stato denunciato anche dall’associazione Nessuno tocchi Ippocrate, che ha affidato a un post su Facebook le proprie riflessioni: “È guerra, e questo non è tollerabile! Noi non siamo dei soldati. Nessuno tocchi Ippocrate è vicina a tutti gli operatori sanitari (medici, infermieri, oss) che la notte scorsa sono stati aggrediti al Pellegrini. Purtroppo ancora non conosciamo il numero dei colleghi che hanno subito aggressioni, ma comunque ancora una volta denunciamo una violenta aggressione all’interno del nosocomio della Pignasecca, sempre di più ospedale di trincea”.Si legge ancora: “Non entriamo nel merito di cosa è accaduto a via Generale Giordano Orsini. Quello che ci compete è quello che accaduto dietro a quel che resta delle porte del Pronto soccorso. Proprio dietro quelle porte divelte c’è distruzione, c’è paura, c’è rabbia, c’è voglia di abbandonare questo lavoro che ci espone quotidianamente a rischio di morte. C’è voglia di telecamere, ma sopratutto c’è voglia di essere pubblici ufficiali. Molti colleghi ci contattano in queste ore, esprimendo la loro volontà di abbandonare il servizio. Non ci sentiamo nemmeno in diritto di incitarli a tenere duro, come si fa? Come si fa a dire a un padre di famiglia: ‘Vai a lavoro e rischia la vità’. Speriamo che il magistrato di turno non metta il fattore emotivo davanti a tutti quei colleghi che nelle prossime ore, pervasi dalla paura, non chiuderanno occhio. Ora più che mai abbiamo bisogno di tutele. Lo Stato non ci può abbandonare. Non distogliamo l’attenzione dal problema delle aggressioni, quelle sono sempre presenti. Il nostro è un grido di aiuto, anche perché siamo noi i primi a intervenire in questi tragici eventi”.Redazione Nurse Times  
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