Molise, è scontro tra infermieri per il posto di lavoro

Il Tar ha dato via libera ai concorsi e respinto i ricorsi dei precari, che chiedevano l’assunzione automatica e che ora si rivolgeranno al Consiglio di Stato.

Nel tempo è diventata una sorta di guerra tra poveri. Tutto per un posto di lavoro negli ospedali molisani, dove vorrebbero essere stabilizzati sia gli infermieri precari che quelli attualmente impiegati nelle strutture sanitarie di fuori regione. Questi ultimi vorrebbero tornare in Molise per stare vicino alle loro famiglie.

Per assumere il personale infermieristico, un paio di anni fa la Regione Molise, il commissario ad acta Paolo di Laura Frattura e Asrem, dopo aver firmato l’intesa con le organizzazioni sindacali, decisero di avviare le procedure. Occorrevano complessivamente 280 infermieri: metà da stabilizzare con un concorso, gli altri 140 con la mobilità extraregionale.

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Una selezione considerata ingiusta dai lavoratori con contratto a tempo determinato, i quali, dopo una serie di proroghe, avrebbero voluto essere stabilizzati direttamente, senza passare per un concorso. A loro avviso, lo prevede il decreto Madia sulla stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione per chi ha determinati requisiti. Dunque, sentendosi danneggiati, costoro presentarono ricorso (depositato il 15 gennaio scorso) al Tribunale amministrativo regionale, bloccando la procedura. In totale, parliamo di circa 200 operatori sanitari.

Il 7 giugno il Tar Molise si è pronunciato sui ricorsi e li ha respinti, considerandoli “infondati”. E con la sua sentenza ha consentito di sbloccare le assunzioni del cosiddetto personale non medico. In Molise non se ne fanno dal 2007, ossia da quando il piano di rientro ha imposto il blocco del turnover.

Per i giudici amministrativi, Regione Molise e Asrem sono legittimate a effettuare selezioni pure per l’assunzione dei lavoratori già impiegati con contratti a tempo determinato. Per questi ultimi, insomma, l’assunzione non può avvenire automaticamente perché, si legge nella sentenza, “tutto resta affidato alla programmazione dell’ente o azienda che assume personale dipendente non dirigenziale”.

E quindi, osservano i giudici amministrativi, “non è rilevabile alcuna violazione di legge”, né rientra nella riforma Madia il caso degli infermieri precari molisani perché le procedure di assunzione sono cominciate in un periodo in cui la legge Madia non poteva essere applicata. Insomma, per aspirare a un posto di lavoro stabile, anche i precari dovranno partecipare alla selezione pubblica indetta dall’Asrem.

Un’interpretazione contestata dai legali dei precari. L’avvocato Domenico De Angelis, che tutela circa 40 infermieri e una decina di fisioterapisti, infatti, presenterà ricorso al Consiglio di Stato. Dal suo punto di vista, «l’Asrem avrebbe dovuto coprire i posti disponibili applicando la legge Madia; poi, se c’erano delle rimanenze, si ricorreva alla mobilità interregionale». In sostanza, a suo dire, bisognava dare precedenza ai precari, poi eventualmente assumere chi già lavora fuori regione.

E ancora: «Tutte le aziende sanitarie in Italia hanno applicato alla lettera il decreto Madia. Solo in Molise si sta seguendo un iter poco legittimo, ma soprattutto poco chiaro. Il decreto Madia dice che chi ha maturato i 36 mesi al 31 dicembre 2017, purché abbia prestato almeno un giorno di attività dopo il 28 agosto 2015, ha diritto a rientrare nella stabilizzazione che non richiede ulteriori procedure concorsuali. Basta solo verificare se hanno i requisiti necessari».

Parla invece di «una vittoria netta» l’avvocato Massimo Romano, che aveva chiesto il rigetto dei ricorsi presentati dai precari, sostenendo che la procedura utilizzata dalla Asrem era «formalmente e sostanzialmente corretta». E così «il Tar ha recepito tutte le nostre considerazioni e, ad oggi, sono salvi i procedimenti di mobilità indetti dall’Asrem».

In via Petrella arriverà inoltre la diffida presentata dallo stesso legale: «Chiederemo che l’azienda li completi nel più breve tempo possibile per una duplice esigenza: rispondere gli interessi legittimi dei miei assistiti a poter tornare in Molise, con tutto ciò che ne consegue per la loro vita professionale e personale; e poi c’è un interesse pubblico affinché l’organico degli infermieri sia reintegrato, facendo ricorso a queste figure professionali. Dunque esprimo grande soddisfazione per la pronuncia del Tar Molise».

Ed è proprio questo il problema: i tempi in cui si svolgeranno i concorsi. Perché la guerra giudiziaria ora si sposterà al Consiglio di Stato e sicuramente ci sarà un ulteriore ritardo. Per questo pure il direttore sanitario dell’Asrem, Antonio Lucchetti, non si sbilancia, ma riconosce solo che «i bandi dovranno ripartire dopo aver chiarito gli aspetti giuridici». A ogni modo, afferma: «Noi eravamo convinti di aver operato bene e di aver seguito un percorso trasparente. Il Tribunale amministrativo lo ha confermato».

Fonte: www.primonumero.it

 

Redazione Nurse Times

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