Infermieri

Lombardia, Fials: “Dalla Regione solo una toppa all’allarme carceri e niente soldi in più per gli infermieri del pronto soccorso”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a cura del sindacato.

Regione Lombardia, in sede di trattativa con le rappresentanze sindacali, ha annunciato lo stanziamento di 110 milioni di euro per le risorse aggiuntive regionali (Rar) per l’anno 2023, da distribuire tra comparto e dirigenza. Fials tiene a sottolineare che riconosce alla Lombardia di essere una delle poche Regioni che ancora si impegna con questo stanziamento, eppure speriamo che non si vada verso un accordo al ribasso, ovvero una revisione peggiorativa dell’accordo degli ultimi due anni, e che si continui piuttosto a tenere conto delle gravi criticità che il Sistema sanitario regionale sta vivendo.

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Carceri – Come annunciato, una delle principali tematiche su cui si concentrava il tavolo in Regione è la difficoltà in cui versa l’assistenza sanitaria nelle carceri distribuite su terrotorio regionale: poco personale, costretto ad assistere centinaia di pazienti (a Opera parliamo di due infermieri per 600 assistiti). La direzione Welfare ha mostrato apertura sul tema e si è resa disponibile a valutare uno stanziamento per pagare le prestazioni aggiuntive per la copertura dei turni nelle carceri e per attivare un servizio di supporto psicologico per cercare di attenuare il forte disagio denunciato dai lavoratori. L’impegno assunto dal direttore generale Welfare, Giovanni Pavesi, è un primo passo importante, in attesa di riuscire a riorganizzare un sistema che ad oggi rimane fallimentare, e per mettere una toppa nell’immediato alla grave carenza di personale.

Fuga dai pronto soccorso

– Come tristemente noto, la fuga dai pronto soccorso è solo la conseguenza diretta di problematiche serissime delle aree di emergenza-urgenza: dai ritmi massacranti alle aggressioni al personale sanitario, fino alle remunerazioni inadeguate. Le speranze dei lavoratori dei Ps e dei pazienti, che vedranno sempre più crollare la qualità dell’assistenza, vengono rispedite momentaneamente al mittente. Le prestazioni aggiuntive per il comparto, con particolare attenzione al personale infermieristico del pronto soccorso, rimangono di soli 30 euro l’ora. Mancano le risorse, ci è stato spiegato. La speranza di un aumento generale è da rimandare al recepimento al nuovo Ccnl e, in sintesi, a dopo le elezioni regionali. Un fronte doloroso, che avrà conseguenze effettive. Perché pur comprendendo le difficolta di Regione, i lavoratori non sopporteranno ancora queste condizioni inique.

Case di comunità / poliambulatori – Terzo punto centrale del tavolo regionale sono poi state le case di comunità, che nel caso dell’Asst Nord Milano si sono trasformate in un limbo burocratico da cui i lavoratori vengono stritolati. La mutazione dei poliambulatori in case di comunità, in questo caso, non ha ancora terminato il passaggio dei lavoratori dall’Asst Nord (di cui ad oggi sono formalmente dipendenti) a FBF-Sacco, Santi Paolo e Carlo e Niguarda, cui le case di comunità faranno riferimento. La conseguenza: operatori sanitari che non possono accedere alle cartelle cliniche, quindi alla storia medica dei pazienti, straordinari difficili da autorizzare e non si sa in capo a quale azienda, dal punto di vista della remunerazione, per fare alcuni esempi. La direzione generale Welfare si è raccomandata di condurre una rapida ricognizione della situazione con le tre Asst, future cessionarie, in modo da formalizzare il prima possible il completamento di questo iter giuridico-economico. Vigileremo, trattandosi di molti lavoratori ad oggi “figli di nessuno”, e vogliamo credere che questa sia la strada giusta per la risoluzione di questo problema. Il tavolo sarà riconvocato a fine febbraio.

Redazioe Nurse Times

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