Le RSA pugliesi lanciano l’allarme “Mancano infermieri” a rischio la salute dei cittadini

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del presidente dell’Associazione Welfare a Levante rivolta al presidente Opi di Bari e alle autorità sulla carenza di infermieri nelle RSA pugliesi.

Preg.mi tutti,

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sono a scriverVi interpretando l’esigenza dei nostri numerosi associati che come è noto quotidianamente assistono migliaia di persone anziane non autosufficienti e disabili gravi in centinaia di RSA e Centri Diurni.

Abbiamo gravi difficoltà nel reperire infermieri in tutta la regione e questo non è solo un problema di per se già grave in ordine agli obblighi assistenziali da assicurare ai pazienti, ma è un problema ulteriormente preoccupante poiché è correlato alle esigenze relative agli standards organizzativi previsti per l’autorizzazione e l’accreditamento.

In queste ore leggiamo del concorso della Asl Bari che si terrà a partire dal prossimo 7 settembre ove si sono iscritti quasi 17000 aspiranti. Allora io mi chiedo, ma invito tutti a chiederselo: dove sono ora queste 17000 persone?

È possibile che vi sono RSA e CD che non riescono a perfezionare contratti a tempo indeterminato poiché non vi sono richieste o peggio vi sono casi che rifiutano, mentre per un concorso pubblico appaiono a migliaia?

Qual è la sicurezza che a loro mancherebbe? Le RSA e i CD sono strutture che offrono garanzie di stabilità occupazionale oltre ad essere luoghi di cura ove l’Infermiere è protagonista della sua professione con rispetto e tutela di ogni suo diritto. Non è mai avvenuto che una RSA o un CD sia fallito o abbia interrotto la sua attività per motivi finanziari e questo sta a dimostrare che il settore ha fiducia dall’utenza, ha fatturati stabili seppur in questa fase condizionati dalle norme pugliesi non ancora attuate come in altre regioni a tutela verso queste realtà che da sempre sono fondamentali per la tenuta dell’intero sistema di assistenza territoriale.

Ma nonostante tutto e nonostante la grave emergenza in atto le strutture che solo con le loro forze (Infermieri e OSS in primis) hanno evitato le drammatiche esperienze vissute altrove, continuano a dimostrare abnegazione, senso del dovere e grande responsabilità anche verso i livelli occupazionali, ma poi a fronte degli esodi improvvisi e numerosi degli infermieri, possono fare ben poco e questo ci deve far riflettere attentamente ora affinchè un domani non sia troppo tardi.

Abbiamo bisogno del vostro aiuto, abbiano bisogno che l’Ordine sensibilizzi i suoi iscritti affinchè sostengano con la loro professione la grande importanza di queste strutture al servizio della pubblica utenza.

Al tempo stesso vi è l’urgente necessità che alle RSA e Centri Diurni siano assicurate da parte della Regione le provvidenze economiche utili a incentivare la permanenza degli infermieri nelle strutture che eseguono i LEA e quindi un servizio pubblico a tutti gli effetti. 

Sono certo di ogni Vostra premura e sono certo che ogni Infermiere saprà cogliere questo grido di allarme e la richiesta di aiuto che giunge da chi ammira il vostro lavoro condividendone deontologia e il patto “Infermiere Cittadino” che nella nobiltà dei suoi contenuti è fondamentale, ora come mai, a tutto il nostro stato sociale.

Spero altresì che le Istituzioni vorranno dare senso e porre rimedio con urgenza a questa fattispecie costante nel nostro sistema di assistenza.

Al Presidente dell’OPI prego di trasferire questa lettera anche ai colleghi delle altre province pugliesi e in ogni momento di disporre di ogni pronta nostra collaborazione.

Caramente,

Antonio Perruggini, Presidente Associazione di Categoria Welfare a Levante

In risposta all’articolo
https://www.nursetimes.org/terzo-settore-e-professione-infermieristica-quale-futuro/97532
Cristiana Toscano

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