Regionali

La situazione del 118 di Bologna: il Ministero interviene

In questi ultimi mesi si è parlato profusamente della situazione del 118 di Bologna che vede nel centro del “ciclone” alcuni medici che alla fine dello scorso anno avevano predisposto e sottoscritto secondo le indicazioni delle aziende sanitarie, della Regione e dello Stato, protocolli per l’attività di assistenza e cura svolta dagli infermieri del sistema 118.
Il sottosegretario alla Salute, Vito de Filippo, a seguito della richiesta del Comitato centrale della Federazione, ha dichiarato, confermando la posizione IPASVI, che :

“Le scelte della Regione Emilia Romagna sui protocolli per l’attività di assistenza e cura svolta dagli infermieri del sistema 118 sono “corrette e legittime”. I medici, come del resto anche gli infermieri,  che attuano le direttive del Ssn in un settore come quello dell’emergenza, hanno bisogno del massimo rispetto e della massima tranquillità nell’operare in quanto, fermo restando che la diagnosi delle cause che hanno prodotto una situazione di criticità vitale rimane in capo al medico, il rilevamento della perdita o alterazione delle funzioni vitali e gli interventi salvavita conseguenti, possono essere eseguiti, senza  esclusività, da medici e infermieri, pena la perdita di molte vite umane e l’inefficacia dei sistemi di emergenza”.

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Il sottosegretario ha ricordato inoltre che sulla questione, già il Governo Renzi, su proposta del ministro Lorenzin, ha normato la questione con  il recepimento, con Decreto legislativo n. 15/16, della direttiva europea 2005/36/CE sulle qualifiche professionali sancendo che tra le competenze dell’infermiere vi sia anche quella di “avviare autonomamente misure immediate per il mantenimento in vita e di intervenire in situazioni di crisi e catastrofi”.

Successivamente all’incontro del sottosegretario con il ministro Lorenzin, il Ministero ha chiesto (il 1° marzo) all’Ordine dei medici di Bologna una relazione sull’accaduto, nella sua qualità di organismo di vigilanza su Ordini e Collegi.

In seguito a questa richiesta da parte del Ministero, la Presidente IPASVI, Barbara Mangiacavalli, ha dichiarato:

“Siamo soddisfatti che il ministero abbia ascoltato l’appello del Comitato centrale della Federazione e si renda parte attiva nella vicenda di Bologna che, come abbiamo già affermato, non è accettabile considerando anche, oltre le scelte programmatorie della Regione e delle aziende del tutto ignorate, che nel recente D.lgs di recepimento della direttiva europea sulle qualifiche professionali è chiaramente scritto ciò che in autonomia può fare l’infermiere in emergenza per quanto riguarda le manovre salvavita e l’eventuale somministrazione di farmaci: le competenze degli infermieri sono ormai ineludibili.
Ci auguriamo ora che la situazione possa trovare una soluzione positiva e, soprattutto, favorevole per tutti i professionisti coinvolti. D’altra parte tutto questo non avrebbe ragion d’essere se fossero già attuate le previsioni sulle competenze avanzate degli infermieri, di fatto già operative a livello di singole Regioni e che attendono solo l’imprimatur della Conferenza Stato-Regioni per assumere valenza omogenea su tutto il territorio nazionale.”

Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi della situazione unendoci alla speranza della Presidente IPASVI che la situazione si concluderà positivamente in favore di tutti i professionisti coinvolti, e sopratutto nei confronti dei cittadini.

Gaia Pomar

FONTI

IPASVI

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