La regione Puglia sostituisce gli infermieri nelle RSA con Oss: gli OPI diffidano la regione

Duro intervento degli OPI pugliesi che diffidano la regione. Marco Galante (M5S) “La carenza di infermieri si risolve equiparando i contratti del privato a quelli del pubblico, non con OSS specializzati”

La regione Puglia attraverso la III Commissione presieduta da Mauro Vizzino approva la proposta di legge del consigliere Mario Pendinelli che contiene “Interventi a favore di soggetti fragili per l’accesso all’istituto di Amministrazione di Sostegno”.

Uno schiaffo a tutti gli infermieri che, stando a quanto previsto dalla proposta di legge regionale, potranno essere sostituiti da super oss (Oss con la terza S) nelle RSA.

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All’audizione richiesta dai consiglieri Pendinelli e Parchitelli, ha risposto il direttore del Dipartimento della salute, Vito Montanaro.

Montanaro ha spiegato che a questa possibilità è necessario lavorare di concerto con l’assessorato al Lavoro e che comunque bisogna tenere conto del parere dell’Ordine degli infermieri che però rispondono duramente alla proposta, diffidando la regione nel proseguire questo percorso.

La nota degli Opi Pugliesi

“Apprendiamo da alcune fonti giornalistiche, confermate da dichiarazioni rese pubbliche da alcuni componenti di maggioranza della III Commissione Consiliare della Regione Puglia, della volontà di implementare un corso di formazione per qualificare gli Operatori Socio Sanitari ad attività proprie della professione infermieristica.

 E’ una ulteriore scempiaggine sull’argomento, configgente con l’attuale ordinamento sanitario che assegna al profilo di Operatore Socio Sanitario in quanto figura di supporto dell’assistenza, attività e mansioni di esclusiva rilevanza domestico – alberghiero.

A nessuno, è consentito dal nostro ordinamento, di svolgere funzioni infermieristiche che sono patrimonio esclusivo di esercizio professionale dallo Stato attribuito in esclusiva agli Infermieri.

Agli OSS, va riconosciuto la specificità delle mansioni di pertinenza definite dalla Provvedimento della Conferenza Stato – Regioni del 22 febbraio 2001 (Accordo tra il Ministero della Sanità, il Ministero della Solidarietà sociale e le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano) e dalla declaratoria del profilo cui al CCNL che riconosce loro la “qualifica “.

Si ribadisce che gli OSS, non possono svolgere funzioni infermieristiche in sostituzione agli Infermieri né possono attuare, senza la presenza di Infermieri, attività semplici a caratura sanitaria loro consentita dall’ordinamento, anche in possesso di ulteriore formazione integrativa poiché incorrerebbero nel reato di esercizio abusivo di professione sanitaria.

Altresì la figura dell’OSS con formazione complementare (accordo Stato Regione del 16 gennaio 2003 a tutt’oggi non è disciplinata e integrata nel vigente CCNL del comparto sanità e neppure nella vigente normativa concorsuale.

Tanto premesso, si insiste nel rinnovare all’Assessore alla Sanità, l’invito a definire con scriventi Ordini delle Professioni Infermieristiche, nella loro qualità di Enti Sussidiari dello Stato, regolatori delle attività infermieristiche, attraverso un tavolo di confronto,

modelli di integrazione degli OSS negli attuali modelli assistenziali e nei regolamenti regionali sugli standard di personale (RSA e altre) rispettosi dell’attuale ordinamento.

Stesso invito è rivolto alla III Commissione Consiliare della Puglia per un’audizione chiarificatrice sull’argomento in epigrafe.

Anche il consigliere del M5S Marco Galante risponde a margine delle audizioni in III Commissione sulla carenza di infermieri nelle RSA.

“La carenza di infermieri si risolve equiparando i contratti del privato a quelli del pubblico, non con OSS specializzati. Non ci possono essere infermieri di serie A e infermieri di serie B: bisogna equiparare gli stipendi e le tutele contrattuali del personale sanitario che opera nelle strutture private con quelli di chi lavora nel pubblico.

Fino a quando quello non sarà fatto continueremo ad assistere al cosiddetto esodo degli infermieri dal privato al pubblico, pronti a lasciare contratti a tempo indeterminato anche solo per contratti di 12 mesi.

Parliamo di professionisti costretti a turni massacranti e doppie notti, che mettono a rischio sia la loro sicurezza che quella dei pazienti. E la soluzione a questo problema di sicuro non può essere la formazione di OSS specializzati, a cui sarebbero richieste maggiori responsabilità a fronte di trattamenti economici non adeguati.

Modificare i requisiti sostituendo gli infermieri con gli OSSS, come proposto oggi in Commissione, rischia di peggiorare la situazione, aggravando ulteriormente il carico di lavoro sugli infermieri rimasti, che a quel punto sarebbero costretti ad andarsene.

Abbiamo anche chiesto al direttore del Dipartimento Salute Montanaro di fare chiarezza sulle notizie che ci sono giunte sull’attivazione da parte delle RSA delle procedure per l’assunzione di infermieri albanesi, di cui è necessario per legge verificare l’equipollenza dei titoli”.

Redazione Nurse Times

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