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La presenza mediatica della Mangiacavalli: ecco le vostre e le nostre considerazioni

Dopo Ballarò (rai 3), Tagadà (La7), Porta a Porta (rai 1) e Uno Mattina (rai 1) continua la presenza della presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi dott.ssa Barbara Mangiacavalli nei talk show televisivi, dopo le ultime vicende di cronaca che hanno visto come protagonista un’infermiera sospettata di aver causato la morte di 13 pazienti con un’overdose di eparina. 

Abbiamo chiesto ai nostri lettori di esprimere il proprio punto di vista sulla performance mediatica della nostra presidente. Tra le tantissime considerazioni arrivate al nostro indirizzo mail (redazione@nursetimes.org), sul gruppo facebook “Infermiere professionista della salute” e sulla nostra pagina facebook “Nurse Times” ne abbiamo scelte alcune che vi proponiamo:

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Raffaele Varvara

La dott.ssa Mangiacavalli doveva sfruttare l’occasione per far capire il contesto di normalità in cui 400mila infermieri garantiscono il diritto alla salute tutti i giorni. In questa normalità il D.M. 739/94 dice che l’infermiere è “garante della corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche”. Tutto ciò che si distacca da questo quadro normativo -operativo è Anormalità e deve essere condannata a prescindere dal burnout, poichè puoi essere “bruciato” quanto vuoi ma non arrivi a pianificare 13 decessi! Eppoi presidente ha un cv infinito di titoli e incarichi, esiga l’appellativo di “Dottoressa”!!

Fabio Barresi

I troppi tecnicismi usati nelle risposte della Dottoressa Mangiacavalli (che Vespa insieme agli altri ospiti continuavano a chiamare “Signora”) non sono riusciti ad espletare la difesa di una categoria lavorativa, quale la nostra, continuamente sottoposta ad una categorizzazione prettamente negativa. La vicenda di cronaca dell’infermiera “serial killer” doveva essere a prima battuta condannata dalla Mangiacavalli come evento folle e privo di qualsiasi logica umana, ma che di certo non può fare di tutta l’erba un fascio. Una presa di posizione più decisa di dissocio dall’evento avrebbe portato ad una maggiore difesa di tutta la professione infermieristica, spesso costretta a sopportare moltissime frustrazioni non solo a questo punto in ambito lavorativo, ma anche mediatico. Mi dispiace ammetterlo, ma quella di ieri sera è stata un ulteriore sconfitta mediatica per la nostra professione.

Angelo Giuliani

In queste situazioni le parole sono chiacchiere. La presidente di fronte ad accuse del genere non è riuscita a spuntarla perché è stata aggredita dai giornalisti che subito etichettano per fare audience… Lei doveva difendere la collega incriminata, perché fino a quando non viene condannata e provata l’intenzione ad uccidere, a mio avviso è una storia montata a scapito della professione… È facile puntare il dito verso il più debole della filiera… Può darsi che sia un mostro, ma bisogna provarlo…

Vincenzo Uccello

Troppi tecnicismi la Mangicavalli per non dire una sola verità, qualsiasi categoria può avere una mela marcia, negli anni decine di inchieste hanno smascherato poliziotti o carabinieri o appartenenti all’esercito (vedi caso Trifone o Melania Rea) persone che per altro erano sottoposti a test psicologici prima di prestare servizio, eppure non c’è stato uno screditamento della categoria, basti pensare agli apostoli, Giuda fu un assassino e traditore, ma gli apostoli oggi sono santi, dunque di cosa parliamo? Accanimento mediatico oppure noi non abbiamo ancora una storia sia temporale che legislativa affermata come tutte le professioni? Io credo che le colpe dei tanti vecchi del passato e delle vergogne perpetrate anche dalle monache oggi ricadano su di noi, comunque la Mangiacavalli doveva usare meno tecnicismo ed essere meno impacciata…questo è il mio modesto parere…

Paolo Forte

Sono avvilito. In passato l’ho difesa ma ieri è stato un disastro. Rappresentare una categoria così eterogenea come la nostra non è semplice, ma il suo ruolo è, prima di ogni cosa MEDIATICO, e se questa non è la tua attitudine… metti nei guai un’intera categoria. Ieri, dopo avere chiarito con polso fermo la sua qualifica e che cosa rappresenta, doveva essere la più indignata di tutti. Doveva riuscire a fare comprendere che, naturalmente dopo le povere vittime, noi siamo i primi a essere danneggiati da questa vicenda di semplice malattia mentale. Doveva mostrarsi disgustata e umana, invece ha balbettato argomenti ovvi che hanno inevitabilmente attirato reazioni negative. Serve una persona che abbia dimestichezza con i mezzi di informazione, anche meno preparata della Mangiacavalli, ma più ferrato negli scontri dietro le telecamere.

Floriana Frenda

Si parla sempre degli infermieri…sempre per sminuire la categoria.. le notizie negative fanno sempre scalpore, ma bisogna capire che sono casi patologici da trattare con tatto e considerandoli casi sporadici a prescindere dal mestiere e professione che svolgono!

Lorena Macale

Stamattina è stata intervistata per lo stesso caso anche a Uno Mattina. Serve un pò di “pelo sullo stomaco” televisivamente parlando. Non siamo ancora ben allenati, serve esperienza per bucare lo schermo.

Giuseppe Papagni

Non è semplice rappresentare la professione in questi momenti difficili, ma nonostante tutto credo sia stato importante e necessario esserci perchè gli infermieri non devono temere di mostrarsi sui media. La TV va “maneggiata con cura” soprattutto di fronte a mostri sacri dello schermo come Vespa. Tuttavia credo che in questo particolare momento che sta vivendo la nostra professione, abbiamo tutti bisogno di stringerci attorno alla nostra rappresentanza professionale e far sentire tutto il nostro sostegno alla dott.ssa Barbara Mangiacavalli.

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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Giuseppe Papagni

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