E’ quanto s’immagina abbia spinto, in piena campagna elettorale, la presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, Barbara Mangiacavalli a promuovere, sostenere e valorizzare il “Decreto SOSTEGNI” che illude gli infermieri Italiani della possibilità di svincolarsi dal rapporto di esclusività del rapporto di lavoro nel pubblico impiego.
Accade che, in “pompa magna” i canali di comunicazione della FNOPI si avventino imprudentemente, come non mai e con forte ritardo rispetto ai tempi della pandemia in atto, sulla “campagna vaccinale” proponendo, a loro dire, per conto e a beneficio della comunità infermieristica, il superamento del vincolo di esclusività (solo per attività vaccinale) per raggiungere in tempi rapidi in Italia la cosiddetta “immunità di gregge”.
La Presidente della FNOPI, Barbara Mangiacavalli, intervistata a Sky TG 24 venerdì scorso ha affermato, tra l’altro: “Secondo le stime della FNOPI (mai oggetto di uno studio e mai rese pubbliche n.d.r.), 90mila infermieri sono pronti per accelerare sui vaccini. Serve un allentamento del vincolo di esclusività. Almeno un terzo dei 270mila infermieri impiegati nel SSN è disponibile, a ore aggiuntive, per le somministrazioni. Basterebbero due ore aggiuntive al giorno”.
In termini calcistici la comunicazione della Presidente uscente della FNOPI, Mangiacavalli è da considerare un vero e proprio “assist” per il Governo che non si è certo lasciato sfuggire l’occasione di far propria l’offerta a costo zero (spieghiamo le ragioni a seguire) e che rappresenta, a nostro avviso, un atto di “svendita” degli interessi di 270mila infermieri italiani cui si applica il CCNL nel pubblico impiego.
Ecco a seguire, nel riquadro, il Testo, bollinato dal MEF, del “Decreto SOSTEGNI”, in via di pubblicazione, nella parte di interesse per la professione infermieristica che raccoglie la proposta “Mangiacavalli”.
Il Testo è chiaro e non da il via libera a interpretazioni: per gli Infermieri, diversamente, è una grossa fregatura e non consente a nessuno, come invece sta accadendo, di “ciurlare nel manico” con strabilianti e fantasiose interpretazioni.
Al fine di accelerare la campagna nazionale di vaccinazione e di assicurare un servizio rapido e capillare nell’attività di profilassi vaccinale della popolazione, al personale infermieristico del servizio sanitario nazionale che aderisce all’attività di somministrazione dei vaccini contro il sars-Cov-2 al di fuori dell’orario di servizio, non si applicano le incompatibilità di cui all’art.4,comma7,della legge 30 dicembre 1991,n. 412, e all’articolo 53 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, esclusivamente per lo svolgimento dell’attività vaccinale stessa. All’attuazione del presente comma si provvede nei limiti di spesa di cui all’articolo 11 del decreto legge 30 aprile 2019, n. 35 convertito in legge 25 giugno 2019, n. 60 e senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica.
Infatti, cosi come articolato e per le risorse che “ricicla” specificandone l’utilizzo, il Decreto addirittura pone limiti temporali all’attività professionale dell’infermiere in periodo di pandemia.
Va precisato che oggi i professionisti infermieri, sono abbondantemente impegnati anche in deroga, per legge intervenuta, ai limiti temporali di orario di servizio che determinano un impiego incontrollato di attività prestate in regime di lavoro straordinario e ancora per turni aggiuntivi, per attività emergenziale di commissariamento delle RSA e ancora e ancora, alla faccia della sicurezza delle cure e della tutela del rischio clinico.
Il tutto già con l’enorme impiego di economie aggiuntive per il personale e pur sempre, come recita il Decreto senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica.
Infatti il decreto, diversamente che per gli infermieri, non solo raccoglie i desiderata dei farmacisti, ma pone beneficio degli stessi notevoli risorse.
Insomma, la Mangiacavalli, che si ricorda essere la Presidente di un Ente Pubblico sussidiario dello Stato, si è presa con la forza il ruolo contrattuale che la legge assegna alle organizzazioni sindacali del comparto sanità, tagliando alle stesse le prerogative di rappresentanza e ostacolando il delicato impegno profuso sino ad oggi; lo ha fatto pretendendo la rimozione del vincolo di elusività definitivamente e non già per poco più di un mese in una cornice di mera mercificazione economica.
La Presidente Mangiacavalli avrà oggi compreso, magari studiando con più attenzione il “Decreto Sostegni” e le misure che determina, di aver danneggiato, con la sua imprudente proposta, la comunità infermieristica grazie al suo incunearsi in questioni di cui è di tutta evidenza, non ha competenze.
Cara Presidente, nessuno può mettere in dubbio le qualità della professione infermieristica e la sua capacità per l’attività vaccinale, un patrimonio di competenze chiaro a tutti. Si preoccupi di fare bene il suo lavoro e lasci stare le sue incursioni “fuori luogo” per gli obblighi e per le incompatibilità degli infermieri che non sono e non possono essere oggetto di un baratto vincolato alle sue “esigenze elettorali” magari alla guida di qualche Azienda Sanitaria Lombarda.
Gli infermieri Italiani non sono “pupazzi” strapazzati a destra e manca, ora in libertà e domani richiusi in gabbia. Si dia una mossa e apra il suo orizzonte che non può, come le sue stime, essere proprietà sua e dei suoi portavoce.
Massimo Randolfi, Presidente Nurse Times
Foto: Tratta dalla rivista “ L’Infermiere” edizione marzo 1999
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