Abstract
Oltre 50 milioni di persone vivono con l’epilessia e l’aderenza terapeutica è uno dei fattori più rilevanti nel determinare il decorso e la prognosi della malattia stessa. Negli studi analizzati, il tasso medio di aderenza è del 50% e i fattori che la influenzano sono legati alla complessità del trattamento, agli effetti collaterali, alla relazione tra paziente e operatore sanitario e alle caratteristiche della persona.
L’obiettivo è quello di illustrare lo stato dell’arte in merito all’aderenza alla terapia nelle persone che soffrono di epilessia, mettendo in risalto le differenze di genere.
Seguendo la metodologia SANRA, è stata condotta una rassegna narrativa della letteratura attraverso la consultazione della banca dati Medline (Pubmed), con le parole chiave antiepileptic drug therapy, therapeutic adherence, compliance, gender difference, epilepsy.
L’aderenza include il concetto di scelta del paziente, può essere intenzionale o non intenzionale e può essere misurata in modo oggettivo o soggettivo.
Esistono differenze nell’aderenza ai farmaci antiepilettici tra uomo e donna anche in base al tipo di cultura.
Per la donna è l’effetto dei farmaci ad incidere maggiormente sulla non aderenza, coinvolgendo lo sviluppo sessuale, la contraccezione, la fertilità, la gravidanza, il rapporto madre-figlio e la menopausa. L’uomo invece vede la sua qualità di vita peggiorata a causa dell’ansia correlata alle improvvise crisi, che comprometterebbero i suoi rapporti sociali e lavorativi.
Qualità di vita e non aderenza si influenzano reciprocamente.
La non aderenza alla terapia antiepilettica è stata associata ad una maggiore probabilità di ospedalizzazione, aumento dei costi ospedalieri, aumento della morbilità e della mortalità associata alla Sudden Unexpected Death in Epilepsy (SUDEP). Nelle donne gravide la non aderenza aumenta anche il rischio di lesioni al feto.
Tra le strategie utili per ridurre la non aderenza alla terapia, sono segnalati gli interventi educativi così come richiesto da donne e uomini che soffrono di epilessia. Miglioramenti potrebbero ottenersi anche con l’uso di strumenti digitali.
Nella maggior parte degli studi non è stata trovata alcuna differenza di genere significativa nelle percentuali di non aderenza, anche se esistono differenze legate alla cultura. Principalmente differiscono le motivazioni.
L’infermiere potrebbe essere la figura che si occupa di instaurare una relazione empatica con il paziente per un approccio personalizzato e attento alle differenze di genere.
Dott.ssa Eliana Nobile
Tesi: “Aderenza alla terapia nei pazienti epilettici: differenze di genere. Rassegna narrativa”
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