La dott.ssa Iannotti presenta la tesi “L’infermiere in terapia intensiva: l’effetto domino tra dilemma morale e declino emozionale”

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La dott.ssa Caterina Carmela Iannotti, laureatasi presso Università Degli Studi Di Napoli “Federico II”, presenta ai nostri lettori la tesi dal titolo “L’infermiere in terapia intensiva: l’effetto domino tra dilemma morale e declino emozionale”.

Abstract

Lo stress lavoro correlato è l’esito patologico di un processo che colpisce i lavoratori che vengono sottoposti a carichi eccessivi (emotivo-relazionali o da elevata o scarsa o inadeguata attività) o impropri di lavoro.

Viene esperito nel momento in cui le richieste provenienti dall’ambiente lavorativo eccedono le capacità dell’individuo nel fronteggiare tali richieste.

Tale squilibrio si può verificare dunque quando il lavoratore non si sente in grado di corrispondere alle richieste lavorative. Le vittime dello stress da lavoro in Europa sarebbero circa 40 milioni di lavoratori, colpiti da malattie professionali quali disturbi gastrointestinali e cardiovascolari, spossatezza e depressione.

Il calo in termini di salute fisica e mentale dei lavoratori porta inevitabilmente al deterioramento delle prestazioni dell’intera organizzazione.

L’idea dell’elaborato nasce dalla mia esperienza di tirocinio svolto nella U.O. di Terapia Intensiva e Rianimazione, dove ho avuto modo di apprezzare il lavoro degli infermieri di area critica, e di condividere con loro molte esperienze emotivamente “complesse”, esperienze che hanno suscitato in me un vivo interesse sulla loro figura e soprattutto sulla loro capacità di somatizzare ciò che ogni giorno vivono, essendo perenne a contatto con un quadro clinico severo non solo per i pazienti, per la famiglia, ma anche per gli operatori stessi come esseri umani.

Rapportarsi con un reparto di Terapia Intensiva non è stato assolutamente facile, mettere per la prima volta piede in una rianimazione, ti spaventa, ti ritrovi davanti a ventilatori, monitoraggi e pazienti instabili, una serie di situazioni che possono mettere in crisi la scelta di vita.

Ci si ritrova a pensare se si è in grado di lavorare, non sopravvivere, in questo ambiente, se le continue dinamiche siano tali da poter essere sorrette dalla tua capacità emotiva.

Essere coinvolti in un’emergenza, comunicare con i parenti, assistere alla perdita di un paziente, cambia profondamente il tuo vivere la professione, già da studentessa, ti porta a capire quanto peso emotivo ci possa essere in un infermiere, specialmente in Terapia Intensiva.

Un percorso lavorativo scandito da un processo di acquisizione di resilienza che accompagna la professione infermieristica. L’attuale pandemia, ha messo noi studenti, me in primis, in uno stato di profonda incertezza, paura, in quanto siamo consapevoli che al termine di questo percorso di studi, ci ritroveremo a combattere in una sfida che non ha eguali, che potrebbero distruggerci emotivamente.

L’ infermiere in area critica

è uno specialista dell’infermieristica che sperimenta temi non semplici da affrontare, quali il dolore, la sofferenza, la morte e che in questi anni si trovano a dover fronteggiare anche questioni organizzative che contribuiscono a rendere il loro lavoro più stressante di quanto già non possa essere, come il contenimento dei costi e la diminuzione delle risorse.

L’infermiere non è una macchina operativa, ma un essere con un’anima sensibile, che se stimolato emotivamente può trovare anche il giusto equilibrio tra morte e vita: l’importante è che capisca che il suo intervento non è stato vano, ma profondamente utile a ripristinare o a risolvere una situazione di estremo disagio.

L’obiettivo della tesi è identificare i principali fattori causanti stress alla figura infermieristica, focalizzandosi principalmente sul reparto di Terapia Intensiva, non solo evidenziandoli, ma andando a delineare i quadri di decadimento psicofisico derivante dall’interazione dei suddetti fattori, quali siano la compassion fatigue, il burn out, fino ad arrivare alle strategie da mettere in atto affinché si riduca al minimo il ‘’peso’’ dello stress sulla figura infermieristica, in modo da tutelarne la salute mentale, tanto quanto quella fisica, in modo da garantire il benessere olistico del professionista stesso.

L’elaborato è articolato in tre capitoli.

Nel 1° capitolo sono riportanti gli aspetti patologici derivante dal continua pressione esercita sulla figura del professionista, che di partono dal distress morale, per poi arrivare ai quadri maggiormente complessi di compassion fatigue, aspetto centrale della tesi, fino ad arrivare al burn-out, con necessaria menzione del Disturbo Da Stress Post-Traumatico, principalmente correlato agli aspetti più cruenti dell’assistenza.

Il secondo capitolo evidenzia fattori che maggiormente possono causare distress all’infermiere in Terapia Intensiva, doveroso era un inquadramento del reparto stesso, esponendone le caratteristiche peculiari che permettono di erogare cure ad alta complessità assistenziale, l’identificazione della la figura dell’infermiere di Terapia intensiva, prima di focalizzarsi sugli aspetti preventivi e a tutela della sua salute mentale, quali siano il coping, la resilienza, fino a raggiungere le tutele normative.

Nel 3° capitolo viene esposta un’indagine compiuta tra gli infermieri di Terapia Intensiva d’Italia, il cui obiettivo non è altro che la valutazione della diffusione della compassion fatigue, la cui identificazione è risorsa fondamentale per proteggere l’infermiere dal completo declino emozionale.

Caterina Carmela Iannotti

Allegato

Tesi “L’infermiere in terapia intensiva: l’effetto domino tra dilemma morale e declino emozionale”

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