Un infermiere di 37 anni si è tolto la vita nel reparto presso il quale combatteva da tempo contro il Covid-19.
La notizia è di qualche settimana fa ma è stata resa nota solo ora: il giovane professionista lavorava in una nota azienda sanitaria pubblica lombarda, in un’Unità di terapia intensiva coronarica convertita in reparto Covid-19 con l’avvento della pandemia.
Si è tolto la vita nei bagni del reparto, durante il turno di lavoro. È stato ritrovato da una collega, insospettita dalla sua lunga assenza. Il corpo è stato ritrovato con un accesso venoso al braccio e un flacone di soluzione fisiologica vuoto. Solo da pochi giorni la magistratura, archiviando il caso, ha stabilito che l’uomo si è tolto volontariamente la vita: lascia una moglie e un figlio di 3 anni.
L’infermiere aveva più volte chiesto aiuto al servizio psichiatrico territoriale per chiedere aiuto, per lo stress accumulato negli ultimi mesi e per la sindrome depressiva indotta.
I suoi colleghi raccontano di un evidente peggioramento con il ritorno di massa di casi di Covid-19, a partire dall’autunno.
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