Il dolore mestruale (dismenorrea) è associato al ciclo mensile e la maggior parte delle donne ne soffre. Di solito, si manifesta con degli spasmi nella parte bassa della pancia (addome) che possono diffondersi fino alla schiena e alle cosce. Il dolore può essere intenso oppure meno forte ma costante e può variare tra un mese e l’altro. Inoltre, in alcuni casi, può essere presente nella parte bassa della pancia (dolore pelvico) anche in assenza di mestruazioni.
Durante il ciclo la parete dell’utero si contrae energicamente in modo da favorire l’espulsione del tessuto che si trova all’interno della sua cavità. Le contrazioni comprimono i vasi sanguigni causando un arresto temporaneo dell’afflusso di sangue e dell’apporto di ossigeno all’utero; in assenza di ossigeno, il tessuto uterino rilascia sia alcune sostanze chimiche che provocano l’insorgenza del dolore, sia altre sostanze, chiamate prostaglandine, che se prodotte in abbondanza stimolano maggiormente la contrazione muscolare accrescendo in tal modo la sensazione di dolore.
Meno frequentemente, il dolore mestruale può dipendere da malattie preesistenti. I questo caso si parla di dismenorrea secondaria, condizione che colpisce, in genere, le donne tra i 30 e i 40 anni.
Tra le cause di dolore mestruale vi sono:
Le condizioni descritte sopra possono causare variazioni di intensità e durata del dolore mestruale rispetto alla normalità e provocare:
In presenza di tali disturbi (sintomi) è bene rivolgersi al medico di famiglia.
Il dolore si manifesta solitamente con la comparsa del sanguinamento, anche se in alcuni casi si può avvertire anche nei giorni precedenti l’inizio delle mestruazioni. In genere, dura dalle 48 alle 72 ore, ma può permanere anche oltre ed essere più intenso quando il flusso mestruale diventa più abbondante. Durante l’adolescenza, le prime mestruazioni sono spesso dolorose. Se non è provocato da malattie preesistenti, il dolore mestruale tende ad attenuarsi negli anni e a seguito di gravidanze.
Nella maggior parte dei casi, è sufficiente prendere degli antidolorifici, come aspirina e ibuprofene, per attenuare il dolore mestruale. Questi farmaci, tuttavia, vanno evitati se si soffre di asma, di disturbi di stomaco, di fegato o in presenza di problemi ai reni. Inoltre, l’aspirina non andrebbe presa al di sotto dei 16 anni. Si può provare ad alleviare il dolore anche con il paracetamolo, anche se è stato dimostrato che ha minore efficacia rispetto all’ibuprofene e all’acido acetilsalicilico (aspirina). Se gli usuali antidolorifici dovessero rivelarsi inefficaci, il medico di famiglia potrebbe indicare farmaci più forti, a base di naprossene o codeina.
Per ridurre il dolore, inoltre, è consigliato:
In casi particolari, se il dolore è molto intenso o si verificano mestruazioni abbondanti e irregolari, oppure compaiono disturbi (sintomi) associati alla dismenorrea secondaria, è bene consultare il medico di famiglia.
Il medico potrebbe prescrivere un metodo contraccettivo (pillola contraccettiva orale combinata) che abbia l’effetto di assottigliare il tessuto dell’utero e di ridurre le prostaglandine rilasciate dall’organismo. La riduzione di spessore del tessuto dell’utero attenua le contrazioni necessarie ad espellere il flusso mestruale contribuendo a diminuirne la quantità. Se la pillola contraccettiva combinata non dovesse rivelarsi efficace nell’attenuare il dolore, il medico potrebbe consigliare l’impiego di sistemi di contraccezione basati su impianti o iniezioni o di dispositivi intrauterini.
In alcuni casi per accertare le cause del dolore, soprattutto se perdura dopo tre mesi di cura con antidolorifici o con un metodo contraccettivo combinato, può essere necessario sottoporsi ad alcune indagini che includono:
Il dolore mestruale, comunque, essendo associato al ciclo mensile, non ha effetti sulla fertilità; motivi di preoccupazione in tal senso sono giustificati solo in presenza di malattie, come l’endometriosi o l’infiammazione pelvica, che possono causare danni o ispessimenti tali nel tessuto delle Tube di Falloppio o delle ovaie, da impedire allo sperma di raggiungere la cellula uovo.
Fibromi e adenomiosi possono, invece, produrre danni del tessuto uterino e causare mestruazioni abbondanti.
Redazione NurseTimes
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