Infettivologi italiani e stranieri si sono riuniti a Venezia per il corso di formazione “Vaccination of the elderly in COVID-19 times”. Nel corso dell’evento è stato presentato lo studio Flamincov sulla stratificazione del rischio.
La campagna vaccinale contro il Covid-19 è in procinto di conoscere una nuova fase, che vedrà come primi destinatari le persone con più di 60 anni e i soggetti immunodepressi. Il vaccino bivalente che protegge dalla forma originaria di Sars-CoV-2 e dalla variante Omicron è stato infatti approvato dall’Ema e, a distanza di poche ore, anche dall’Aifa, ed è imminente l’avvio delle somministrazioni. Si tratta di un vaccino a mRna aggiornato, in grado di proteggerci anche dalle ultime varianti del virus, che potrà essere somministrato dopo almeno 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario, dall’eventuale quarta dose o dalla guarigione dall’infezione.
“Si tratta di un vaccino bivalente, che riveste sia la funzione di booster per completare il ciclo vaccinale primario per chi non lo avesse ancora fatto, sia di offrire una maggiore protezione a chi abbia già ricevuto tre o quattro dosi – sottolinea il professor Marco Falcone, segretario SIMIT e professore ordinario di Malattie infettive all’Università di Pisa –. Non si tratta solo di una nuova dose che va a integrare le precedenti, ma di un vaccino nuovo, aggiornato, proprio come avviene annualmente per l’influenza. Con esso sarà possibile stimolare l’immunità contro le nuove varianti, soprattutto nei soggetti più a rischio. Per questo la nostra attenzione si rivolge soprattutto alla popolazione over 60, la più colpita da forme gravi della malattia nelle varie ondate che si sono susseguite. Inoltre è opportuno specificare che, pur costituendo un progresso, questo vaccino non è una soluzione definitiva, visto che il virus cambia continuamente e non si possono escludere nuove varianti. Come ormai è noto, il Covid è destinato a restare, ma sempre più come influenza e non come malattia grave. Nelle prossime settimane si partirà con la somministrazione, particolarmente raccomandata per over 60 e pazienti fragili. Una campagna vaccinale di massa si valuterà in base all’epidemiologia, ma oggi le condizioni sono molto differenti dal passato, visto che il virus ormai è endemico, senza dimenticare che esistono anche diversi farmaci”.
I VACCINI NEGLI ANZIANI E NEI PAZIENTI FRAGILI: L’INIZIATIVA DI SIMIT ED ESCMID – Le nuove esigenze poste dalla nuova fase della campagna vaccinale sono state al centro del corso “Vaccination of the elderly in COVID-19 times”, promosso da ESCMID (European Society of Clinical Microbiology And Infectious Diseases), ESGIE (Escmid Study Group for Infections in the Elderly, EVASG – Escmid Vaccine Study Group) e patrocinato dalla SIMIT (Società italiana di malattie infettive e tropicali), organizzatore locale dell’evento. Il corso si è tenuto a Venezia il 12 e il 13 settembre, alla presenza di specialisti provenienti di diversi Paesi europei e da Israele.
“Questa iniziativa ha permesso di analizzare tutti gli aspetti più rilevanti in merito alle vaccinazioni nell’anziano – spiega il professor Marco Tinelli, coordinatore del corso ESCMID e dirigente SIMIT –. L’anziano è il paziente che percentualmente ha più rischi di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2. Con la vaccinazione riduce i rischi di ospedalizzazione e terapia intensiva. Per capire la gravità del fenomeno, basti pensare che a livello europeo nelle Rsa si sono verificati ben 800mila decessi, una cifra che oscilla tra il 30 e il 60 percento del totale. In vista di una possibile recrudescenza della circolazione del virus è importante un richiamo dell’immunità con i nuovi vaccini aggiornati, mirata verso le nuove varianti del Covid, specialmente nella popolazione più anziana, spesso affetta da comorbidità come diabete, malattie cardiovascolari, broncopneumopatie”
.“Questo corso rappresenta un importante tassello nell’azione della SIMIT, che vuole incoraggiare la ricerca, il confronto e l’approfondimento attraverso un approccio internazionale, e un ampio coinvolgimento di giovani specialisti e specializzandi – evidenzia il professor Claudio Mastroianni, presidente SIMIT –. L’obiettivo della società è di permettere all’intera disciplina una crescita culturale per fronteggiare le numerose sfide che la nostra specialità si trova ad affrontare”.
COME PROCEDERE CON LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO: LO STUDIO FLAMINCOV – L’iniziativa ESCMID è stata anche l’occasione per presentare i dati di uno studio di prossima pubblicazione su Clinical Microbiology and Infection, rivista ufficiale ESCMID Impact Factor 13.3, realizzato da diversi centri di malattie infettive italiani (Modena, Pisa, Milano San Raffaele) e stranieri (israeliani, svizzeri, francesi).
“Lo Studio Flamincov permetterà di accedere intuitivamente alla stratificazione del rischio – sottolinea il professor Marco Falcone –. Grazie a una serie di indicatori riscontrabili anche in pronto soccorso sarà possibile classificare con un punteggio, indipendentemente dall’età, gli anziani che abbiano bisogno di essere ricoverati in Terapia Intensiva e di ricevere determinate cure. Lo studio ha analizzato 3.500 pazienti anziani, calcolando con un approccio molto pratico, con pochi parametri, i rischi di aggravamento di ciascun paziente”.
ANZIANI E VACCINI: PNEUMOCOCCO, MENINGOCOCCO, HERPERS ZOSTER E VAIOLO, OLTRE IL COVID – L’attenzione ai vaccini nella popolazione sopra i 60 anni e nei soggetti immunodepressi va oltre il Covid, riguardanado anche altri ambiti dove la prevenzione può offrire opportunità di protezione fondamentali per questi soggetti.
“Con il corso ESCMID – conclude il professor Falcone – si è potuto fare il punto su alcune vaccinazioni che periodicamente è bene recuperare, a partire da quella antinfluenzale, fondamentale in vista del prossimo inverno, insieme a quella antipneumococcica, antimeningococcica e contro l’Herpes Zoster. A queste si possono aggiungere altre vaccinazioni ritornate di grande attualità, come quella contro il vaiolo che si credeva scomparso e contro la poliomelite, di cui si stanno verificando centinaia di migliaia di casi negli Stati Uniti. Non solo. Presso la nostra struttura, a Pisa, recentemente abbiamo avuto un paziente con la difterite. Virus e batteri sono difficili da eliminare definitivamente, quindi bisogna fronteggiarli con gli strumenti di cui oggi disponiamo e che rappresentano conquiste all’avanguardia realizzate dalla Scienza negli ultimi anni”.
Redazione Nurse Times
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