Cagliari, “Sospese competenze spettanti a infermieri e oss”: Uil Fpl teme esodo dal reparto Trapianti del Brotzu

Un comunicato redatto dalla segreteria aziendale del sindacato denuncia la difficile condizione degli operatori di un’eccellenza regionale.

“Lavoratori costretti all’esodo?”. E’ la domanda che pone Fabio Sanna, della segreteria aziendale Uil Flp dell’Arnas Brotzu di Cagliari. Domanda contenuta in un comunicato con cui entra nel merito della questione relativa al reparto Trapianti: “Da circa due anni e mezzo agli operatori dell’attività trapiantistica sono state unilateralmente sospese le competenze loro spettanti da pregressi accordi”.

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Premette il sindacalista: “Considerato che la scrivente ha tempestivamente e più volte denunciato tale problematica anche pubblicamente; valutato che, ciò nonostante, a oggi, disattendendo quanto a suo tempo concordato, gli stessi non hanno ancora percepito nulla, le conseguenze sono ovvie. Infatti, oramai estremamente sfiduciati, gli operatori, hanno dovuto, ricorrere esasperati, per vie legali per vedersi pagare quanto loro dovuto. Va evidenziato inoltre che, quantunque ciò, tutti gli operatori da sempre, anche in questi interminabili mesi, impegnati con encomiabile senso del dovere, hanno sempre e comunque garantito tale attività professionale”.

E ancora: “Che i trapianti al Brotzu siano un’eccellenza è fuori discussione. Ma è ancor più vero che ciò sia merito esclusivo di tutti gli operatori, che pur in tale demotivante contesto garantiscono h24 un’immagine così prestigiosa all’Arnas Brotzu e all’intera sanità pubblica sarda. Non si può dire invece altrettanto di un’amministrazione che, con la sua ben nota gestione interna, riesce persino a demotivare simili validissime professionalità e che, anziché gratificare il personale sanitario, con palese incapacità comunicativa non trova di meglio che punire infermieri e oss a ogni loro minimo, presunto errore, utilizzando anche lo spauracchio della famigerata commissione disciplinare. Questo è il massimo del sostegno psicologico, per stress lavorativo e postpandemico, che è in grado di erogare”.

Sempre Sanna: “Annunciare, invece, nelle dorate stanze del potere, l’eccellenza dei Trapianti del Brotzu, è come scoprire l’acqua calda in un torrido pomeriggio d’estate. Anziché lanciare pubblicamente tali affermazioni propagandistiche, ignorando rigorosamente il disagio del personale che si spacca le ossa nei reparti, l’assessore e la Commissione Sanità si decidano a farsi finalmente un salutare giretto in ospedale, senza codazzo interno, per immergersi nel pesante contesto lavorativo dei reparti. Esattamente come, per molto meno, fecero i loro predecessori (Soru e Dirindin), che conclusero due loro specifici interventi con un protocollo operativo tra direttore generale di allora e sindacati”.

Conclude il comunicato: “Un bel bagno di umiltà fa sempre bene, anche a chi ha specifiche responsabilità. Questo contesto può rappresentare una delle cause del costante incremento della diffusa demotivazione psicofisico-professionale, che potrebbe sfociare nel naturale preludio di un prossimo, imminente esodo di validissimi professionisti verso altre realtà sanitarie, forse professionalmente più appetibili. Se, per la cronica inerzia di chi dovrebbe invece vigilare attentamente per garantire l’efficienza della sanità pubblica per tutti, ciò dovesse accadere, sarebbe una gravissima responsabilità istituzionale”.

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