Bolzano, Omceo diffida l’Asl: “Sospendete i medici no vax”

Il Alto Adige i provvedimenti nei confronti dei dottori non ancora vaccinati (senza valido motivo) procedono a rilento. E Nursing Up lamenta la fuga di infermieri e la mancanza di considerazione da parte di Provincia e Azienda sanitaria.

Omceo Bolzano diffida l’Asl, annunciando l’avvio di un’azione legale in caso di mancata sospensione dei medici no vax. Una “minaccia” contenuta nella mail inviata dal presidente dell’Ordine dei medici, Claudio Volanti, ai vertici di Azienda sanitaria e Provincia. L’iniziativa arriva dopo un’analoga presa di posizione di Nursing Up e Fimmg.

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A sei mesi dall’entrata in vigore dell’obbligo di vaccinazione anti-Covid per tutti i sanitari delle strutture pubbliche e private o che operino come liberi professionisti sono 1.712 quelli non vaccinati in provincia di Bolzano (su 22mila) e solo 783 sono stati sospesi. Ne mancano quindi all’appello 929. Motivo di tale lentezza? Sicuramente le procedure, ma anche il fatto che gli elenchi forniti dalla Provincia sono incompleti, come lamenta il direttore generale dell’Asl, Florian Zerzer.

Adesso dunque si muove l’Ordine dei medici, dopo una riunione del Consiglio che ha deciso all’unanimità di prendere posizione, facendo seguito a una serie di segnalazioni secondo cui – si legge nella mail – un “numero imprecisato di medici dipendenti, convenzionati, liberi professionisti, non sarebbe ancora vaccinato e continuerebbe a operare in strutture sanitarie pubbliche o private, invalidando così il piano vaccinale nazionale, con possibili gravi conseguenze sulla salute pubblica”. Omceo Bolzano chiede all’Asl di dare completa applicazione al decreto Draghi entro 15 giorni, fornire il quadro della situazione circa il numero di medici e odontoiatri non vaccinati, indicare i motivi per cui non sono stati ancora sottoposti ad accertamento o sospensione. 

Intanto c’è da segnalare anche una dura nota di Nursing Up, che denuncia la fuga di infermieri e la mancanza di considerazione da parte di Provincia e Asl. “Il personale – scrive Massimo Ribetto, referente regionale del sindacato – è stremato, psicologicamente provato e profondamente demotivato in quanto non vede riconosciuta la propria professione. Le nostre professioni mancano di appetibilità e saranno sempre meno i giovani che inizieranno queste professioni. Oltretutto perdiamo anche validi professionisti prima del tempo perché si licenziano”.

Il sindacato chiede inoltre all’Azienda sanitaria il numero dei licenziamenti tra il personale sanitario non medico negli ultimi mesi in Asl: “Come purtroppo immaginavamo, non sono pochi. Da inizio aprile a fine settembre sono una decina le dimissioni volontarie in tre comprensori sanitari su quattro. Poco meno di 40 sanitari, con un contratto a tempo indeterminato, che in tutta l’Azienda sanitaria hanno dato le dimissioni volontarie. E a questi, purtroppo, se ne aggiungeranno altri. In questo scenario, già di per sé drammatico, non dimentichiamo che con l’obbligatorietà del Green Pass aumenteranno le richieste di tamponi per la popolazione di lavoratori e aumenterà ancora una volta il carico di lavoro per il personale sanitario”.

Redazione Nurse Times

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