Assistenza territoriale, in Italia scarseggiano case della salute e ospedali di comunità

E’ quanto emerge dal report sul tema presentato dalla Camera dei deputati.

“L’ampia disomogeneità nel numero di case della salute e di ospedali di comunità attivi nell’anno 2020 documenta la necessità di un approfondito confronto tra le Regioni/PA, fermo restando come, sulla base della documentazione raccolta, appaia evidente che è in corso un profuso impegno nelle singole Regioni/PA, finalizzato al rafforzamento dell’assistenza territoriale attraverso specifici atti di programmazione”. Così si legge nel report dal titolo “Case della salute e ospedali di comunità: i presidi delle cure intermedie – Mappatura sul territorio e normativa nazionale e regionaler”, presentato dalla Camera dei deputati.

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A 14 anni dalla legge istitutiva delle case della salute (2007), ben otto Regioni italiane, oltre il 30%, non ne hanno istituita nessuna. E sono undici (oltre il 50%) le Regioni dove non esistono ospedali di comunità, previsti dal Patto per la salute 2014-2016, ma per i quali solo l’anno scorso sono stati definiti gli standard.

Nella relazione si chiarisce: “Mentre la declinazione operativa degli ospedali di comunità si basa sui contenuti dell’Intesa Stato-Regioni n. 17 del 20 febbraio 2020, la declinazione operativa di casa della salute, in assenza di una impostazione condivisa a livello nazionale, è stata intesa come una struttura sanitaria territoriale in cui è prevista l’integrazione tra medici di medicina generale/pediatri di libera scelta e i servizi sanitari delle Aziende unità sanitarie locali (es. case della salute, UCCP1, PTA2)”.

Dall’analisi, conclude la relazione, “emergono diversi potenziali ambiti di approfondimento a livello interregionale: in primis le strutture e i servizi della cosiddetta rete delle cure intermedie, partendo dal ruolo dei posti in RSA dedicati alla post-dimissione ospedaliera”.

Case della Salute – La casa della salute, come definita dal Decreto del 2007, è una struttura polivalente in grado di erogare in uno stesso spazio fisico l’insieme delle prestazioni socio-sanitarie, favorendo, attraverso la contiguità spaziale dei servizi e degli operatori, l’unitarietà e l’integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie. In tal senso la casa della salute deve rappresentare il luogo della partecipazione democratica dove i cittadini e le associazioni di tutela dei pazienti contribuiscono alla programmazione dei servizi e delle attività e sono chiamati a valutare i risultati ottenuti in termini di salute e di benessere percepito. All’interno della struttura devono trovare collocazione gli studi dei medici di medicina generale (mmg) e deve essere garantita la continuità assistenziale 7 giorni su 7 e per le 24 ore attraverso il lavoro in team con i medici di continuità assistenziale (mca) e di emergenza territoriale (met). Gli studi di mmg che per ragioni di opportunità non possono trovare allocazione all’interno della struttura devono essere in ogni caso a questa funzionalmente collegati attraverso un idoneo sistema a rete che consenta la gestione informatizzata dei dati clinici dei pazienti. Sono parte integrante della casa della salute gli ambulatori della specialistica ambulatoriale.

In Italia, nel 2020, ne sono state istituite 493. La regione che ne ha di più è l’Emilia Romagna che ne conta 124. A seguire Veneto (77), Toscana (76), Piemonte (71), Sicilia (55), Lazio (22), Marche (21), Sardegna (15), Calabria (13), Umbria (8), Molise (6), Liguria (4) e Basilicata (1). In Valle d’Aosta, Pa Bolzano, Pa Trento, Lombardia, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Puglia e Campania non ci sono presidi.

Ospedali di comunità – Il presidio sanitario di assistenza primaria a degenza breve / ospedale di comunità svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero è una struttura atta a garantire le cure intermedie, ovvero le cure necessarie per quei pazienti che sono stabilizzati dal punto di vista medico, che non richiedono assistenza ospedaliera, ma sono troppo instabili per poter essere trattati in un semplice regime ambulatoriale o residenziale classico.

In Italia, nel 2020, vi sono 163 ospedali di comunità per un totale di 3.163 posti letto. La regione che ne ha di più è il Veneto (69 presidi per 1.426 pl). A seguire Emilia Romagna (26 per 359 pl), Lombardia (20 per 467 pl), Toscana (20 per 245 pl), Marche (14 per 616 pl), Abruzzo (5), Piemonte (5 per 30 pl), Molise (2). Uno solo in Liguria e in Campania. In Valle d’Aosta, Pa Bolzano, Pa Trento, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna non ci sono presidi di questo tipo.

Redazione Nurse Times

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