Medici

8 marzo, ecco le donne che hanno scritto la storia della medicina: Rita Levi-Montalcini è in buona compagnia

In occasione della Giornata internazionale della donna, Accademia dei Test rende omaggio all’affermazione della figura femminile in ambito medico, ricordando alcune tra le più importanti dottoresse a livello mondiale.

“Secondo la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, nel 2022 il numero di dottoresse di età inferiore ai 70 anni ha superato quello degli uomini, rappresentando un importante passo in avanti nella crescente presenza femminile nella sanità. In occasione della Festa della donna, l’Accademia dei Test ricorda alcune tra le più importanti personalità femminili, che hanno contribuito significativamente alla ricerca scientifica e che hanno introdotto importanti novità in ambito medico”.

“Nel corso degli anni – si legge – numerose donne hanno lottato per affermare le proprie idee e farsi strada nell’ambiente medico. Grazie alla loro tenacia e alla passione, la presenza femminile nella sanità è oggi in costante crescita. Nel 2022 i dati della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, pubblicati da Openpolis, hanno rivelato che il numero di donne medico sotto i 70 anni ha superato quello degli uomini (50,9%). Si tratta di un segnale positivo, poiché indica una maggiore inclusione delle donne nella professione medica e un passo in avanti per garantire la parità di accesso e di opportunità nel settore sanitario”.

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E ancora: “In occasione della Giornata internazionale della donna, Accademia dei Test, ramo della startup Edtech Futura, che dal 2020 affianca e supporta gli studenti nella preparazione ai test di ammissione universitari, come quello alle professioni medico-sanitarie, ha deciso di rendere omaggio all’affermazione della figura femminile in ambito medico, ricordando alcune tra le più importanti donne che hanno cambiato la storia della medicina”.

Greta Gilardi, Product Manager di Accademia dei Test e Futura, commenta:

“Al giorno d’oggi l’ambiente sanitario si dimostra sempre più inclusivo, tra gli oltre 2.500 studenti che frequentano i nostri corsi e i 40mila membri della nostra community la maggioranza sono studentesse, che sognano un giorno di scrivere la prossima pagina della storia della medicina. Le nuove generazioni si sono approcciate maggiormente agli studi medici e la nostra volontà è sempre stata quella di democratizzare l’istruzione di qualità, abbattendo le barriere sociali ed economiche, evitando la discriminazione e supportando i giovani nel raggiungimento dei propri sogni”.

Sono trascorsi 76 anni dal primo Premio Nobel per la Medicina assegnato a una donna, ma quali sono le personalità femminili che hanno fatto la storia in questo ambito?

Riscopriamole insieme ad Accademia dei Test:

Gerty Radnitz Cori

E’ stata la prima donna a ricevere il Nobel per la Medicina nel 1947. A lei è riconosciuto il merito di aver svelato il processo metabolico responsabile della conversione dell’acido lattico in glucosio, oggi conosciuto come ciclo di Cori. Insieme al marito, fu una delle pioniere nello studio dell’attività enzimatica e ormonale e le sue scoperte hanno favorito una migliore comprensione del diabete e delle malattie ereditarie causate da difetti enzimatici.

Rosalyn Sussman Yalow

Ha vinto il Nobel per la Medicina nel 1977 per aver scoperto e definito il dosaggio radioimmunologico degli ormoni proteici, utilizzato oggi in medicina clinica. E’ stata definita la madre dell’endocrinologia.

Barbara McClintock

Nel 1983 ha ricevuto il Nobel per la Medicina grazie alla scoperta dei trasposoni, ovvero gli elementi genetici capaci di spostarsi in modo coordinato all’interno del genoma, influenzando la sua espressione.

Rita Levi-Montalcini

A oggi, è stata l’unica donna italiana ad aver vinto il Nobel per la Medicina. A giustificare l’assegnazione del premio, nel 1986, è stato il suo impegno nell’individuazione del Nerve Growth Factor (NGF), una proteina essenziale per la sopravvivenza delle cellule nervose. Grazie alle sue scoperte è riconosciuta come pioniera nella neurobiologia.

Gertrude B. Elion

Ha ricevuto il Nobel per la Medicina nel 1988, grazie alle sue ricerche sull’aciclovir, un farmaco ad azione antivirale. Le sue scoperte hanno aperto la strada a nuove strategie terapeutiche utilizzate ad esempio contro la leucemia, la malaria e la gotta, o per aiutare coloro che necessitavano di trapianti di organi.

Christiane Nüsslein-Volhard

La biologa tedesca ha conseguito il Premio Nobel per la Medicina nel 1995, con Eric Wieschaus e Edward Lewis, per le scoperte sul controllo genetico dello sviluppo embrionale.

Linda B. Buck

Nel 2004, i suoi studi sui ricettori olfattivi le hanno permesso di ricevere il Nobel per la Medicina. In particolare, il merito della scienziata è quello di aver isolato i geni che consentono di riconoscere a distanza i profumi. Le è stato conferito il Premio Nobel per la Medicina nel 2008 poiché, insieme a Luc Montagnier, ha scoperto il virus dell’immunodeficienza umana (Hiv), responsabile dell’Aids. Negli ultimi anni, si è dedicata alla ricerca per la comprensione e il trattamento del virus della malaria.

Elizabeth Blackburn

Ha vinto il Nobel per la Medicina nel 2009, insieme a Carol W. Greider, per aver individuato la struttura molecolare dei telomeri, chiarendo alcuni aspetti fondamentali in merito alla replicazione del Dna e l’invecchiamento cellulare.

Carol W. Greider

Alla biologa statunitense è stato assegnato il Nobel per la Medicina nel 2009, insieme ad Elizabeth Blackburn per i loro studi sull’invecchiamento delle cellule umane.

May Britt-Moser

Nel 2014 ha ricevuto il Nobel per la Medicina a seguito delle sue ricerche sulle neuroscienze, che le hanno permesso di mappare le cellule cerebrali responsabili della memoria spaziale e dell’orientamento.

Tu Youyu

E’ la prima scienziata cinese ad aver vinto il Nobel in una categoria scientifica. Il premio, ricevuto nel 2015, le è stato attribuito per i suoi studi sulla malaria. Tu si è offerta anche come volontaria per essere il primo soggetto umano su cui testare il farmaco.

Redazione Nurse Times

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